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Incendi 09 Ago 2017
Incendi in Sicilia. Servono pene più severe e soluzioni a lungo termine
Amiche e amici,
vorrei fare il punto sulla questione degli incendi che stanno esasperando la nostra terra.
Tutte le province sono interessate purtroppo da questa emergenza, da Palermo a Enna, da Agrigento fino a Trapani, e ancora da Catania a Caltanissetta.
Ricordo però che tutta l’Italia è vittima di questi gesti vigliacchi e le squadre dei vigili del fuoco sono già state impegnate in più di 1000 interventi per far fronte ai roghi in tutto lo stivale. Ancora una volta la nostra meravigliosa Sicilia ha un primato negativo: 299 di questi 1000 sono stati nella nostra regione.
Mi chiedo se davvero non ci sia un modo per prevenire queste azioni ignobili. È vero anche che la siccità e la ventilazione della nostra regione nella stagione estiva hanno causato una estensione esponenziale del problema, ma quello che preoccupa sono gli atti vandalici nei confronti della natura e della nostra stessa vita.
Cosa può fare il governo? I dirigenti politici hanno un potere enorme che dovrebbero incanalare verso questo stato di emergenza, pensando ad azioni che ci servano anche in un’ottica di prevenzione.
Ciò che è certo è che lavorare sull’emergenza è controproducente: ci fa risolvere nel breve, ma ci fa perdere tempo nella risoluzione di eventuali eventi futuri.
Le azioni che noi del Movimento Insieme di Può proponiamo passano proprio dal pensare ad azioni incisive di prevenzione, a partire dall’impiego di tecnologie avanzate di telecontrollo, coinvolgendo gli agricoltori, gli allevatori in sinergia con il corpo forestale che dovrebbero rivedere e migliorare le loro postazioni di controllo. E non solo, obbligando i Comuni alla creazione del catasto dei terreni bruciati con tutte le limitazioni conseguenti.
Secondo noi, inoltre, la legge dovrebbe inasprire le pene per questi criminali che danneggiano e oltraggiano la nostra terra, per dissuaderli dal compiere atti vili come questi. A tal riguardo, il ministro dell’ambiente Galletti poco tempo fa ha sottolineato che “la legge sugli eco-reati ha introdotto strumenti attesi da decenni contro chi fa scempio dell’ambiente” e ciò spero sia da monito perché immagino nessun siciliano voglia più sentire tali notizie.
Il danno non è solo ambientale, per quanto già ampiamente gravoso per qualunque regione. I risvolti negativi purtroppo si riflettono anche in altri campi, come ad esempio il turismo: voi andreste in vacanza in luoghi dove gli incendi sono all’ordine del giorno?
Per non parlare dei disagi che subiamo nella vita di tutti i giorni, come gli spostamenti per lavoro che diventano ancora più difficoltosi.Insomma l’esigenza di una scossa positiva a questa situazione è ormai impellente.
Cosa ne pensate? Quali possono essere secondo voi le soluzioni migliori da attuare?
Mi interessa fortemente la Vostra opinione. Per migliorare questa Sicilia INSIEME.
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News 05 Mag 2017
La verità sullo Statuto: quando vogliono far passare le nostre perdite come degli sprechi
Eg. Dr Francesco Cancellato mi trova pienamente d’accordo su quanto scritto nel suo articolo, tuttavia debbo dissentire da quanto scrive nel cappelletto, ovvero: “Via lo Statuto che ha prodotto solo sprechi e clientele”, infatti non comprendo se Lei allude allo Statuto applicato integralmente o allo Statuto dello status quo.
Nei fatti, lo Statuto è – o quantomeno sarebbe – una risorsa essenziale della Sicilia, anche se capisco – ma non condivido – che lo Stato possa considerarlo poco rilevante dal suo punto di vista, dal momento che si parla di benefici per una specifica regione, a svantaggio del potere centrale.
Vorrei fare un breve cenno sulla genesi politica dello Statuto in argomento, il cui compito era storicamente volto a svuotare il Movimento Separatista Indipendente nato nel dopoguerra. In conseguenza di ciò, precedendo di fatto la proclamazione della Repubblica, venne emanato il Regio Decreto del 15 maggio 1946, meglio noto come “Statuto Speciale” e successivamente inserito in Costituzione. Esso, in buona sostanza, creava una Sicilia alla stessa stregua di una Nazione Confederata all’Italia, anche se va detto che, per motivi economici, tale norma costituzionale resta ancora oggi disattesa.
Come già detto, tutt’oggi lo Statuto rimane solo su carta, senza trovare applicazione nei fatti, il che provoca danni economici incommensurabili a noi siciliani e lei, parlando erroneamente di sprechi, forse si riferisce proprio a questi.
È venuto il momento di fare il conto di quante entrate perde – perché si tratta di perdite, non di sprechi, appunto – ogni anno la Sicilia per la mancata applicazione dello Statuto.
• Secondo studi recenti, alla Sicilia, nonostante le previsioni normative, non arriva più del 30% dell’Iva e dell’Irpef riscosse. Per non parlare di tutti i versamenti telematici che, con la scusa dei server posti fuori dall’Isola, rimangono allo Stato. È sotto gli occhi di tutti inoltre che la Sicilia non riceve alcun finanziamento ad hoc. Semmai è vero il contrario: alla Sicilia vengono tolte risorse che vengono investite altrove.• Alla Sicilia spetterebbero poi altre imposte indirette per un totale di 5 miliardi l’anno, compreso un miliardo circa di entrate da giochi e scommesse. Di chi sono? Secondo lo Statuto, quelle di produzione e quelle da scommesse (parliamo solo del gioco del Lotto) dovrebbero essere dello Stato, fatto salvo il diritto di compartecipazione della Regione (ai sensi dell’art. 119 Cost.) quando questa si faccia carico di funzioni statali. Considerato che lo Stato si dovrebbe occupare in Sicilia solo della difesa, delegando tutto il resto alla Regione, mi chiedo dove finisca tutto questo denaro. Dal momento che la difesa non costa più di un miliardo l’anno (ivi comprese le imputazioni alla Sicilia delle missioni all’estero, di cui nulla ci importerebbe) potremmo benissimo rivendicare la compartecipazione di tutto il resto.
• Poi, correttamente, tutto ciò che non è imposta di produzione, ma di consumo, come le accise sulla benzina, o le imposte sul consumo di energia che troviamo in bolletta, dovrebbero essere tutte regionalizzate all’origine.
• Non troviamo nei CPT questa distinzione. Tuttavia, tenendo conto delle spese militari che abbiamo detto, la Regione potrebbe vantare altri 4 miliardi di entrate l’anno.
• Quasi 11 miliardi di imposte dirette e IVA non girate alla Regione o agli enti locali. Poco più di un miliardo di gettito IRES di imprese non residenti (art. 37).
• Circa 4 miliardi di altre imposte indirette, illegittimamente trattenute dallo Stato, o di mancate compartecipazioni ai tributi erariali residui.
• Circa 2 miliardi di entrate patrimoniali e simili.
Siamo arrivati a circa 19 miliardi e non abbiamo parlato ancora di Fondo di Solidarietà Nazionale (art. 38). In realtà non ne abbiamo più voglia. 19 miliardi l’anno sembrerebbero già sufficienti.
A questo punto c’è l’altra faccia della medaglia: ammettiamo, per pura ipotesi, che lo Stato acconsenta a lasciarci i nostri tributi. Giustamente, pretenderebbe di tagliare i trasferimenti a Regione ed Enti Locali e di trasferire a quest’ultimi le funzioni che ancora svolge per noi.
Da qui che il pregiudizio dei media nazionali, a partire da quelli del Nord, i quali sostengono che la Sicilia è la zavorra d’Italia, visto che il settentrione “finanzia le esigenze dell’isola”. Infatti le correnti filo-governative ci dicono: “voi siciliani trattenete pure il 100% (abbiamo visto che non è vero) e ci sarà l’immediato default della Sicilia”.
E allora andiamo a vedere questi finanziamenti che arrivano dal Continente, sempre dalla stessa fonte: i “Conti Pubblici Territoriali”.
Anche depurando le spese dai conti previdenziali, i CPT ci danno circa 17 miliardi di spesa statale nell’Isola, 14 miliardi di spesa regionale e nemmeno 6 miliardi di spesa degli enti locali. Detta così sembrerebbe ancora che lo Stato faccia molto per noi. Ma a ben vedere, come al solito si trovano molte sorprese sulla cosiddetta spesa pubblica statale. Intanto 4 dei 17 miliardi sono dati da spesa in conto capitale. Questa, vista ancor più da vicino, non è che una partita contabile. Si tratta infatti quasi completamente di concessioni di crediti, partecipazioni azionarie, cioè di partite con le quali non si trasferisce definitivamente ricchezza dallo Stato alla Regione ma, dal punto di vista economico, si rafforza soltanto la presenza dello Stato in Sicilia. Le vere spese in conto capitale (investimenti più trasferimenti in conto capitale) ammontano a un miliardo l’anno. È proprio questo quello che l’Italia ci dà per la perequazione infrastrutturale, niente di più, ed è una cifra molto lontana da quanto previsto dall’art. 38.
Tuttavia, sarebbe meglio non volere più niente dall’Italia. A questo miliardo di spese in conto capitale si aggiungono, in teoria, 13 miliardi di spese correnti. Vediamo anche queste più da vicino e scopriamo altri artifici contabili. 3 miliardi e mezzo sono rettifiche di entrate che lo Stato ha a livello centrale e che, non sapendo come ripartirle, nei CPT sono attribuite alle Regione in proporzione alla popolazione. Non sono quindi vere spese. Se fossimo confederati all’Italia questa posta non esisterebbe. È una pura partita contabile.
Insomma, finora questi NON SONO soldi spesi in Sicilia. Sono rimasti circa 8 miliardi! Circa un miliardo per la difesa, circa 2 per interni e giustizia, circa 3 per istruzione e università, e il resto per non meglio specificate spese di assistenza, beneficenza e varie. Fine della storia. Punto. Questo è quello che lo Stato spende realmente per noi, oltre ai trasferimenti a Regione ed Enti locali. Questi trasferimenti sono pari a 3,5 miliardi circa per la Regione (di cui più di 2 solo per la Sanità) e a 2 circa per i Comuni e gli altri Enti locali. In tutto lo Stato ci “regala” 13,5 miliardi.
Lei parla dei dipendenti amovibili, ma non spiega come mai tutti i presidenti sono sempre stati allineati ai governi centrali, i quali, per questioni di opportunità, hanno permesso di fare puro assistenzialismo. Stessa cosa dicasi per i Comuni. Infatti tutta l’attività politica, sia regionale che degli Enti locali, è controllata meticolosamente da un non-siciliano voluto da Renzi: il Dr. Baccei.
Per quanto sopra menzionato, io non definirei lo Statuto una fonte di spreco, ma un mancato introito e quindi deficienza economica.
Termino dicendo che i siciliani pagano le stesse imposte con le stesse aliquote dei lombardi, con la differenza che non hanno strutture e infrastrutture adeguate ad una regione normale. E come se ciò non bastasse, i prodotti made in Sicily, l’agricoltura e la pesca non sono stati difesi né a Roma né in sede UE, a cominciare dal grano. -
News 14 Ott 2016
Questi attacchi informatici non ci fermeranno
Amiche ed Amici, come ben saprete, negli ultimi mesi il nostro sito www.insiemesipuo.info ha subito due attacchi informatici ad opera di hacker professionisti. Questi attacchi sono stati prontamente risolti da un team di esperti, i quali hanno ristabilito per entrambe le volte il funzionamento del sito.
Mi viene da chiedermi se questi attacchi – apparentemente casuali – siano in realtà mirati a minare le basi del nostro Movimento “Insieme Si Può”. Negli ultimi mesi abbiamo incrementato le nostre attività politiche e di denuncia verso il Governo regionale e quello nazionale.
Ad esempio, abbiamo molto rimarcato – anche attraverso video su facebook – il fatto che in Sicilia ci sono infrastrutture inadeguate che mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini, problema al quale sia gli enti regionali che quelli statali sembrano non interessarsi. Oppure il fatto che il governo regionale non riesce minimamente a promuovere il turismo in Sicilia, i quale potrebbe essere una delle maggiori opportunità per risollevare la Sicilia e collocarla – in Italia e in Europa – nel posto che merita.
Abbiamo inoltre criticato decisioni discutibili di sindaci locali, come quella del sindaco Orlando di mettere zone ztl nel centro di Palermo. Una soluzione che non mira alla riduzione dell’inquinamento, realizzabile in altri modi, ma a tassare i cittadini.
Senza considerare che stiamo insistendo molto nel far aprire gli occhi ai cittadini per quanto riguardo alla riforma costituzionale, un vero abominio politico. Non facciamo questo non per cercare fama con un tema molto caldo, ma perché se al referendum costituzionale vincesse il “Sì”, lo Stato avrebbe maggiori poteri sulle regioni, le quali perderebbero buona parte della loro autonomia.
Sono tutte questioni scomode, che magari i poteri forti volevano tenere nell’ombra, spostando l’attenzione su questioni meno rilevanti, come il fertility day ad esempio.
Il punto è che sono tutte questione di enorme importanza, quindi Noi del Movimento “Insieme Si Può” continueremo a trattarle, a costo di subire ancora questo tipo di attacchi perché i cittadini siciliani, e i cittadini italiani in generale, devono sapere come stanno le cose.
Ci hanno attaccati è vero, hanno quasi distrutto il nostro sito è vero, ci hanno sferrato un duro colpo è vero, ma noi abbiamo resistito e resisteremo ancora. Non riusciranno a farci tacere di fronte alle ingiustizie.
Potranno avere dalla loro denaro, potere, appoggio politico, ma noi abbiamo una potente arma dalla nostra parte, un’arma che non si può distruggere: quest’arma è la verità. Tutti noi abbiamo il diritto – e il dovere – di far sì che la verità risplenda alla luce del sole, non che sia incatenata nell’oscurità, come vogliono i poteri forti.
Noi continueremo la nostra battaglia, non ci fermeremo, ma abbiamo bisogno di tutto il vostro appoggio. Insieme faremo risplendere l’onestà e la verità! #InsiemeSiPuò -
lavoro 07 Ott 2016
Le conseguenze della povertà
Amiche ed Amici,
la povertà è ormai una grave piaga della nostra Sicilia – e dell’Italia in generale – una piaga che non fa sconti e coinvolge tutti: giovani, adulti, anziani. Famiglie che non riescono a pagare l’affitto, le bollette, la spesa. Anziani che non possono permettersi medicinali di prima necessità. Giovani che non vedono un futuro e sono costretti ad emigrare dalla Sicilia e dall’Italia.
Qualche giorno fa, a Palermo, un uomo è salito su un tram con un cassonetto della differenziata rubato e, accorgendosi degli sguardi cupi degli altri passeggieri, si è giustificato sostenendo di essere disoccupato e di non avere altri modi per guadagnare qualcosa. I passeggeri, evidentemente immedesimati nella situazione del ladro occasionale, o presunto tale, non hanno chiamato la polizia, lasciando andare via l’uomo con il cassonetto.
Si può discutere sulla legittimità o meno di rubare per necessità – lo si fa dai tempi di Sant’Agostino – ma quello che mi interessa sottolineare è il problema che questo fatto denota: la povertà, appunto. Anche perché, personalmente, non mi permetterei mai di giudicare una persona senza conoscere la sua vita e i suoi problemi.
La povertà ha conseguenze drammatiche in molti sensi. I giovani non hanno prospettive di lavoro, non potranno crearsi una famiglia, non potranno realizzarsi, o meglio, potranno farlo sono scappando dalla Sicilia e dall’Italia.
Vi sembra giusto che i nostri giovani scappino dalla Sicilia, che abbandonino le radici delle loro origini?
Per non parlare delle imprese che, andando incontro ad una tassazione troppo rigida e ad una drastica diminuzione della domanda, sono costrette a chiudere, una dopo l’altra. Imprenditori che si sono suicidati non potendo pagare i propri debiti. Ritengo che sia uno stato di cose inaccettabile.
Altrettanto inaccettabile è che persone anziane, senza una famiglia alle spalle, sono costrette a fare a meno di medicine – anche di prima necessità – per poter quantomeno avere qualcosa da mangiare. Anziani che devono arrivare in fondo al mese con appena cinquecento euro quando lo Stato spende più di settanta milioni di euro solo per i vitalizi di ex deputati ed ex senatori, le famose “pensioni d’oro”.
Il Governo Renzi, come se non bastasse, vuole effettuare altri tagli sulle pensioni, ma ovviamente sulle pensioni delle persone comuni, non su quelle con quattro zeri.
La Sicilia e noi siciliani ci sentiamo abbandonati dallo Stato e, oltretutto, anche il Governo regionale sembra non interessarsi minimamente alla questione povertà in Sicilia.
Mi domando allora se l’obbiettivo della politica – di questi politici – non sia quello di pensare a come mantenere la poltrona invece che provvedere ai bisogni dei cittadini.Amiche ed Amici, cosa possiamo fare – visto l’indifferenza del Governo nazionale e di quello regionale – per contrastare il crescente stato di povertà che attanaglia la maggior parte della popolazione?
Il Movimento “Insieme Si Può” non ha tutte le risposte, ma quel che è certo è che se avrà la possibilità – e l’onore – di governare la Sicilia farà di tutto per provvedere ai bisogni dei cittadini e a far diminuire la povertà, senza “se” e senza “ma”.
Perché la vera politica fa questo: pensa ai problemi dei cittadini.
La povertà è un grande nemico ma se uniamo le forze possiamo sconfiggerlo. #InsiemeSiPuò -
infrastrutture 29 Set 2016
Il Ponte sullo stretto: questione di progettualità
Amiche ed Amici, sono veramente rammaricato dall’ultima uscita del Sg. Renzi, che, senza pensarci due volte, ha riaperto il discorso del Ponte sullo stretto, un progetto già presentato a suo tempo da Bettino Craxi e poi da Silvio Berlusconi, per una strana coincidenza, sempre a ridosso delle elezioni, o comunque in precampagna elettorale, e mai preso realmente in considerazione dalle forze politiche. Insomma, sostanzialmente negli ultimi vent’anni il progetto di questo fantomatico ponte è sempre rimasto nell’agenda politica dei vari governi che si sono succeduti, quanto meno a parole.
Ci tengo a specificare che l’idea del Ponte sullo stretto, presa di per sé, non è un male né un bene. Quello che mi rattrista è che venga usato come cavallo di battaglia per la propria campagna o – come in questo caso – precampagna elettorale, senza poi aver intenzione di fare nulla di concreto, o comunque buttando qua e là iniziative senza consistenza. Insomma, da sempre questo progetto viene considerato un mezzo per ottenere un fine, che non è certo la sua realizzazione.
Senza contare le evidenti contraddizioni di questo Governo: come ho già fatto notare in un precedente articolo, il Ministro Del Rio ha sostenuto, insieme ad altri ministri del Governo Renzi, che “Nel Sud ci sono troppe rocce e non si possono fare le ferrovie”. Ecco, allora mi domando: se non si riesce a realizzare programmi che migliorino le infrastrutture esistenti – causa rocce, a detta di Del Rio – come può il Sg. Renzi pensare che un enorme progetto come il Ponte sullo stretto sia di così facile realizzazione?
Insomma, certamente un po’ di coerenza non farebbe male a questo Governo.
Ripeto, il problema non è il Ponte sullo stretto in sé, ma il fatto che è un progetto che dovrebbe andare di pari passo con altre opere necessarie per le infrastrutture della Sicilia. Ad esempio, quelle relative a strade e autostrade dissestate, alle reti ferroviarie obsolete, fatiscenti e a binario unico, agli aeroporti non a norma di legge. Oppure mi viene in mente progetto della Nord-Sud, una superstrada iniziata quasi 50 anni fa e che avrebbe dovuto collegare Gela a Santo Stefano di Camastra, un progetto al quale lo Stato e l’ANAS si divertono a dare e togliere i fondi.
Occorre quindi che questa pianificazione sia accompagnato da altri progetti per le nostre infrastrutture, non tanto perché devono essere visti come priorità, quanto perché c’è bisogno di una progettualità seria e mirata, che faccia da collante per ogni opera relativa alle infrastrutture siciliane.
Voglio fare un esempio da ingegnere: pensare di potere realizzare un programma di questa portata senza avere alle spalle reti autostradali appropriate, reti ferroviarie a doppio binario, aeroporti a norma di sicurezza, è come voler imparare le equazioni senza conoscere addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione.
In ogni caso, noi del Movimento “Insieme Si Può” vogliamo avere un atteggiamento propositivo e sfidiamo il Governo Renzi a migliorare le infrastrutture della Sicilia, rendendola una regione come le altre, e, magari contemporaneamente, a intraprendere un enorme progetto come quello del Ponte sullo stretto. Ovviamente, in entrambi i casi, vogliamo garanzie di tempistiche e di fondi, oltre alle ovvie garanzie strutturali.
Insomma, se il Governo Renzi deciderà davvero di darsi da fare per migliorare le infrastrutture della Sicilia, attraverso una progettualità seria, concreta, mirata, saremo lieti di appoggiarlo. Ma, in caso contrario, se queste rimanessero solo chiacchiere da salotto, ci mobiliteremo con i nostri mezzi e con i membri del Movimento, per dar vita a proteste mirate a portare alla conoscenza di tutti i problemi della Sicilia.
Perché i problemi della Sicilia sono anche i problemi dell’Italia!
#InsiemeSiPuò -
Politica 22 Set 2016
Lottiamo per il diritto alla salute
Amiche ed Amici,
Ancora una volta i poteri centrali stanno facendo ti tutto per ridurre all’osso la sanità pubblica della Sicilia: si parla di tagli necessari, ma intanto, come al solito, la regione più colpita da questi tagli è la Sicilia.
Vi porto l’esempio della mia amata città, Nicosia, che sta per essere privata di molti reparti ospedalieri, limitando drasticamente le possibilità sanitaria di noi nicosiani. Tagli alla sanità spregiudicati che colpiscono tutti indistintamente e non chi magari, sulla sanità, ci lucra veramente.
Concittadini ci stanno togliendo tutto – e sono già a buon punto – e noi non abbiamo quasi mai lottato veramente per Nicosia. Abbiamo sofferto per la chiusura del tribunale, del carcere, dell’Agenzia delle entrate e per la chiusura o ridimensionamenti di alcuni reparti dell’ospedale. Quanti Amici abbiamo visto andar via con le loro famiglie e quanti sono costretti a spostarsi frequentemente perché hanno deciso di rimanere qua, malgrado grandi sacrifici. Quanti nostri figli non potranno più tornare a Nicosia per formare una famiglia e lavorare.
Ma noi non ci arrenderemo, Cittadini di Nicosia, combatteremo tutti insieme, fianco a fianco, questa battaglia per il nostro ospedale, affinché sia tutelato uno dei diritti più importanti che ci sono: il diritto alla Salute!
Io ci sono, sia come cittadino di Nicosia che come Presidente del Movimento “Insieme Si Può” e sarò al fianco del Sindaco, delle Istituzioni e, soprattutto, dei Cittadini di Nicosia, ma anche di quelli delle altre città e province della Sicilia. Insieme porteremo avanti la nostra giusta battaglia per l’ospedale, per Nicosia, per il nostro territorio, per la Sicilia.
Io amo Nicosia e sono orgoglioso di essere Nicosiano. Tutti noi abbiamo sempre avuto l’orgoglio di essere Nicosiani e di appartenere a questo territorio. Parlando con altri di Nicosia abbiamo sempre elencato tutto quello che la nostra città aveva, facendo un lungo elenco: Diocesi, Tribunale, Ospedale, Scuole – di ogni ordine e grado – Carcere, Compagnia dei Carabiniere, Commissariato di Polizia, Tenenza di Finanza, Ufficio delle Entrate, Polizia stradale etc.
Tutti siamo sempre stati orgogliosi di vivere in questo nostro Paese. Nicosia era il Comune di riferimento di tutto il nostro hinterland. Era il comune la cui storia secolare era conosciuta in tutta la Sicilia ed invidiata dai più.
Ma la malapolitica e le false spending review ci hanno danneggiato come mai nessuno poteva e osava immaginare. In questi anni, i disoccupati e la povertà sono aumentati e, di conseguenza, la popolazione è diminuita, perché la disoccupazione ha favorito l’emigrazione. Mai nella nostra storia il Comune era sceso sotto i 14.000 abitanti.
Ma non sono ancora contenti, ora vogliono toglierci il nostro ospedale, vogliono toglierci molti reparti, vogliono annientarci.
Concittadini non lo dobbiamo permettere, dobbiamo unirci! Non esistono bandiere, ideologie o schieramenti politici in questo caso, perché tutti noi nicosiani – e più in generale tutti noi siciliani – siamo accomunati da un unico obbiettivo: difendere i nostri ospedali, in nostri reparti, difendere il diritto alla Salute. Nel nostro piccolo, a Nicosia, faremo di tutto per impedire la chiusura dei reparti del nostro ospedale.
Il Governo Crocetta, il suo Assessore Gucciardi e la Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, stanno penalizzando fino all’inverosimile gli ospedali siciliani ed il nostro in particolare.
Noi ci domandiamo: Sig.ra Lorenzin, sig. Crocetta, sig. Gucciardi siete mai stati a Nicosia a verificare i collegamenti e le condizioni stradali dei nostri territori?
Concittadini è tempo di iniziare una protesta corale contro questa gente. Ribelliamoci tutti, Insieme! Ricordiamo a questi signori che governano l’Italia e la Sicilia che vanno tagliati gli sprechi e non i nostri diritti, non si può colpire tutti i cittadini indiscriminatamente per colpa di pochi furbetti. Questi tagli alla sanità siciliana sono spregiudicati e sono stati fatti senza alcun criterio logico.
Noi paghiamo le tasse come ogni altro cittadino italiano e preferiremmo che tagliassero i loro privilegi, non i nostri Diritti.
La Salute è un Diritto che deve essere garantito a tutti, senza nessuna distinzione di razza, religione, o, come in questo caso, collocazione geografica.
Lottiamo insieme per ciò che amiamo, lottiamo insieme per l’ospedale, lottiamo insieme per Nicosia e per la Sicilia. #InsiemeSiPuò -
infrastrutture 15 Set 2016
Vogliamo servizi di trasporto adeguati
Amiche ed Amici,
si ripresentano sempre le stesse dinamiche, al punto che sembra di restare immobili a guardare le innovazioni da lontano, senza farne parte. In particolare, quando si tratta di infrastrutture e di reti di trasporto, la Sicilia è considerata come periferia dello Stato.
Il Ministro Del Rio che, come altri ministri del Governo Renzi, non si vergogna nemmeno un po’, ha dichiarato: “Nel Sud ci sono troppe rocce e non si possono fare le ferrovie”.
Non ci credete? Ha detto proprio così, avete letto bene: le “troppe rocce” avrebbero impedito la corretta realizzazione di opere ferroviarie nel Sud. Poco importa, perché così i fondi hanno potuto trasferirli al Nord, con buona pace di noi Siciliani e con il silenzio dei politici siciliani, legati agli interessi statali o nordisti.
Perché noi Siciliani non possiamo avere le stesse infrastrutture e gli stessi servizi che esistono al Nord? Perché in Sicilia non si avviano quelle opere necessarie a renderla una regione normale? Perché i pochi progetti delle grandi opere in Sicilia devono avere tempi giurassici?
[Vedasi Nord-Sud, una superstrada iniziata quasi 50 anni fa e che avrebbe dovuto collegare Gela a Santo Stefano di Camastra, un progetto al quale lo Stato e l’ANAS si divertono a dare e togliere i fondi.]
La colpa, oltre che del Governo Renzi, è principalmente del governo regionale e del Presidente Crocetta, che come al solito non si dimostrano all’altezza delle decisioni e dei progetti intrapresi. Senza contare che noi siciliani sappiamo che, come sempre, il supporto dello Stato è pressoché nullo, come se la Sicilia nemmeno facesse parte dell’Italia, ma sia completamente abbandonata a se stessa.
Sicuramente le infrastrutture della nostra amata Sicilia non sono adeguate ad una regione normale, perché sono da troppo tempo divenute obsolete, peggiorando di anno in anno. Le reti ferroviarie in primis, sono quasi tutte a binario unico e non permettono quei normali collegamenti fra le principali città siciliane, altro che alta velocità! Senza contare il fatto che spesso i treni locali hanno tempi di percorrenza insostenibili ed accumulano ritardi su ritardi, tali da rendere impossibile alle persone che lavorano il loro utilizzo.
Per non parlare poi degli autobus urbani delle grandi città siciliane, che non solo sono obsoleti ma che non danno mai alcuna certezza di quando saranno alle fermate e del tempo effettivo di percorrenza.
Da un’indagine statistica è venuto fuori che soltanto il 14% dei palermitani usa gli autobus. Ma io chiedo come possa un lavoratore, uno studente o coloro che accompagnano i propri figli a scuola optare per la scelta di un mezzo pubblico che porta con sé sempre una variabile incognita, l’affidabilità dell’orario appunto. Insomma, infrastrutture da Terzo mondo e mezzi di trasporto inefficienti non aiutano certo i cittadini siciliani a fare scelte ecosostenibili.
D’altro canto, sono sicuro che, se lo Stato, la regione e gli stessi comuni, promuovessero delle campagne di sensibilizzazione ambientale, congiuntamente a nuovi progetti per le infrastrutture ed a servizi di trasporto più efficienti, tutti i cittadini siciliani farebbero in modo di ripagare gli sforzi con l’utilizzo dei mezzi di trasporto comuni.
Magari è più comodo far passare il messaggio che in Sicilia “…ci sono le rocce”, oppure che i Siciliani non prendono i mezzi pubblici, ragion per cui non ha senso fare loro delle ferrovie moderne. Magari è meglio dare la colpa Noi Siciliani e dire che non ci teniamo alla salvaguardia ambientale della nostra regione, dell’Italia e del pianeta.
Noi del Movimento “Insieme Si Può” ci stiamo battendo per avere infrastrutture adeguate, sicure ed a norma di legge, perché nel 2016 non è possibile che ci siano ancora queste enormi differenze fra Nord e Sud. Vogliamo un miglioramento della qualità dei servizi di trasporto, sia per quanto riguarda l’affidabilità, sia per quanto riguarda la sicurezza: è un nostro diritto!
I cittadini siciliani meritano una qualità della vita migliore; e sicuramente un rinnovamento dei servizi di trasporto sarebbe un ottimo passo avanti nella direzione auspicata.
Non accettate questo stato delle cose, cambiatelo, cambiamolo!
#InsiemeSiPuò -
Politica 26 Ago 2016
Per una Sicilia unita
Amiche ed Amici,
ripensavo alle affermazioni di circa un anno fa del conduttore televisivo e regista cinematografico Pierfrancesco Diliberto, alias Pif, al Fatto Quotidiano.
“Abbiamo fallito, non ci meritiamo nulla”, “… la nostra regione ha dimostrato di non meritare l’autonomia e la facoltà di legiferare”. E ancora, “Noi [siciliani] siamo i falliti, niente avviene per caso”.
Parole dure da parte di Pif alla sua stessa terra di origine ed ai suoi concittadini. Viene da chiedersi, ma il Sg. Diliberto lo sa cos’è lo Statuto speciale? Sa quale terribile errore – per non dire orrore – sarebbe far passare la riforma costituzionale, che non fa altro che centralizzare ulteriormente il potere?
Io, Alfio Di Costa, Noi del Movimento “Insieme Si Può”, e penso di parlare a nome di tutti i siciliani, ci sentiamo tuttora profondamente feriti da queste affermazioni. Come si può dare ai siciliani dei falliti? Noi Siciliani, con la “s” maiuscola, siamo gente di buon cuore, siamo altruisti e facciamo di tutto per valorizzare la nostra Sicilia. Se poi il governo regionale compie errori su errori, non sfrutta il turismo, non valorizza il patrimonio siciliano, la colpa non è certo dei siciliani.
Non ha dunque senso fare affermazioni strampalate, che non fanno altro che provocare. Le critiche sono buone critiche quando sono costruttive e mirano a migliorare le cose, non quando danno giudizi senza senso.
Quindi voglio dire al Signor Pif che, se credere nell’autonomia della propria regione, credere che valorizzando le risorse della Sicilia, esportare il Made In Sicily, assicurare borse di studio ai giovani siciliani che non vogliono scappare, ma rimanere nella loro bella terra di origine – tutto questo sarebbe possibile con l’applicazione e il rispetto dello Statuto speciale – vuol dire essere falliti, allora sì, siamo falliti, ma lo siamo tutti insieme, uniti. E se falliremo ancora, ci riproveremo, perché noi Siciliani abbiamo una cosa che forse il Signor Pif si è scordato, l’amore per la Sicilia.
A parole sono bravi tutti, ma è ora di mettersi di impegno e risollevare le sorti di una delle regioni più belle d’Europa, con un potenziale artistico e culturale da far invidia al mondo.
Spero che il Signor Diliberto, nel frattempo, sia riuscito ad apprendere cosa voglia dire essere veramente Siciliani ed amare la propria terra in un modo tale da creare un rapporto sinergico con essa. Lo invito inoltre a leggere, se ancora non l’ha fatto, le pagine dello Statuto speciale, se non per cambiare idea, quanto meno per sapere di cosa parla, prima di parlare.
Noi del Movimento ci stiamo già muovendo per creare una Sicilia migliore da lasciare ai nostri figli. E voi?
Se condividete i nostri ideali, unitivi al nostro Movimento.
Perché #InsiemeSiPuò
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infrastrutture 08 Ago 2016
Combattiamo la sanatoria edilizia
Amiche ed Amici,
volevo informarvi della battaglia che il Movimento “Insieme Si Può” sosterrà contro la sanatoria edilizia delle case nel demanio marittimo o ubicate a meno di 150 metri dalla battigia, un vero e proprio emendamento-trappola, che non farebbe altro che favorire l’illegalità.
Noi siamo da sempre per il turismo, che deve diventare la nostra prima industria, e per la valorizzazione del patrimonio delle nostre terre; riteniamo quindi inaccettabile la deturpazione delle spiagge e delle coste siciliane da parte dei privati. Le nostre spiagge sono un bene prezioso, da difendere ad ogni costo, al fine di lasciare ai nostri figli una Sicilia migliore di quella che ci è stata consegnata.
Abbiamo già detto in un precedente articolo che siamo per la demolizione di questi immobili costruiti nel demanio, il quale è patrimonio comune, o comunque situati ad una distanza inferiore ai famosi 150 metri dalla battigia, stabiliti per legge. Noi crediamo nel rispetto della legge ad ogni costo.
Possiamo comprendere, o comunque immaginare, il dolore delle persone che rischiano di perdere le loro case; magari potremmo studiare insieme casi particolari per famiglie bisognose, alle quali potrebbero essere assegnate case popolari o appezzamenti di terreno dove poter ricostruire le loro abitazioni, ma le soluzioni illegali non sono vere soluzioni, perciò siamo categoricamente convinti che, come già detto, le case in riva al mare debbano essere demolite.
L’abusivismo è stato, ed è tuttora, una grossa piaga della nostra Sicilia, ragione per la quale è necessario trovare una soluzione in grado di garantire la sicurezza, fisica ed economica, dei cittadini e, al tempo stesso, che consenta di riagganciarsi ai binari della legalità. Troppe amministrazioni si sono succedute nel tempo, amministrazioni che non solo hanno evitato il problema, ma che lo hanno addirittura sfruttato, magari in cambio di appoggio economico e politico, andando ad accrescere una piaga che si è fatta sempre più consistente.
Noi del Movimento “Insieme Si Può” esprimiamo tutta la nostra contrarietà a chi ha presentato l’emendamento per sanare questi immobili abusivi. Questi deputati regionali, in questo caso il deputato Fazio, autore di tale emendamento, non fanno gli interessi dei Siciliani. Crediamo che sia tempo di dare i giusti segnali ai cittadini perbene, che sia tempo di dare segnali forti alla politica dei voti di scambio, che sia tempo di dare segnali che abbiano il sapore dell’onestà e della trasparenza, caratteristiche che il nostro Movimento ha molto a cuore e delle quali fa un punto di forza, un punto di svolta.
Il nostro Movimento nasce dal basso ed è consapevole dei problemi comuni della gente. Proprio per questo intende dare una svolta alla politica marcia che ha infettato le istituzioni, a tutti i livelli. Noi vogliamo riportare la politica nelle case dei cittadini, perché la partecipazione è la base della democrazia.
Unitevi al Movimento e combattiamo la malapolitica a tutti i livelli.
#InsiemeSiPuò salvaguardare il valore dell’onestà!
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Politica 26 Lug 2016
Il legame fra mass media e politica
Amiche ed Amici,
voglio porvi un quesito: quanti di questi Partiti e Leader esisterebbero, e avrebbero l’influenza che hanno oggi, senza le TV, le radio ed i giornalisti di regime?
Personalmente credo che molti Partiti e Leader attuali non esisterebbero senza le TV ed i giornalisti di Regime, che continuano ad aumentarne l’influenza politica.
Questa è una riflessione che faccio da qualche tempo e che vorrei condividere con voi, per conoscere le vostre opinione e magari avere un sano confronto.
Assistiamo e constatiamo quotidianamente un enorme sforzo da parte di TV, radio e giornalisti di regime, ed altri, più o meno accondiscendenti, che fanno tutto ciò che è in loro potere per farli apparire frequentemente in talk show, o comunque spazi televisivi di quella categoria, ed il più a lungo possibile. Come se non bastasse vengono adottate strategie di comunicazione e logiche televisive al fine di farli apparire interessanti e capaci, magari concordando le domande a tavolino e scrivendo loro le risposte.
Credo infatti che se programmi televisivi come “Porta a Porta”, “Che tempo che fa”, “Servizio Pubblico”, “Ballarò”, “SkyNews”, e radio di un certo spessore riservassero al nostro Movimento “Insieme Si Può”, a me o a qualche altro nostro dirigente, un decimo dello spazio che danno ogni giorno a Matteo Salvini, per citarne uno, o a qualsiasi altro Leader di partiti politici maggiori, anche noi avremmo il successo mediatico che meritiamo e probabilmente saremmo il terzo partito in Sicilia!
In Democrazia tutti dovrebbero avere un po’ di spazio mediatico gratuitamente, per poter far conoscere i propri progetti e le proprie proposte, senza aspettare il periodo elettorale. I cittadini hanno diritto ad una corretta informazione, perché è il presupposto di una buona democrazia, presupposto che al momento in Italia scarseggia pericolosamente.
La domanda scomoda, che molti non vogliono fare: chi crea il consenso in politica?
La risposta è tanto semplice quanto sconcertante: i mass media! Televisione, giornali, radio, ed ogni altra forma di comunicazione, hanno creato con la politica un legame indissolubile, dal quale entrambi traggono vantaggio. Infatti, se da una parte i mass media contribuiscono ad aumentare la popolarità e l’influenza di partiti ed esponenti politici, dall’altra l’audience dei mass media incrementa proporzionalmente con lo spazio mediatico che essi riservano ai maggiori partiti politici. Si crea così un circolo vizioso dal quale escono costantemente rafforzati i mass media e la politica tradizionale, a danno dei partiti minori.
Nelle democrazie occidentali esistono leggi che impediscono a chi fa politica di controllare le televisioni, mentre da noi chi governa ha un controllo quasi totalitario sulle TV, basti pensare agli esempi più eclatanti come Rai e Mediaset.
Non credete che questa logica sia un bavaglio alla democrazia? Per capire che, a mio modo di vedere, in Italia siamo in deficit di democrazia basta vedere i vari Tg ed ascoltare i giornali radio, dove l’informazione politica non esiste, o comunque viene veicolata a senso unico. Esistono sempre e solo i Soliti Noti.
Io penso che sia inaccettabile permettere a pochi privilegiati di difendere i propri interessi e quelli dei grandi capitali, affamando la povera gente ed impoverendo tutta la classe media.
Per questo motivo, facciamo un appello ai molti giornalisti perbene, che esercitano la loro professione con passione ed amore, senza cadere vittima del Sistema; aiutateci a tutelare la Democrazia, aiutateci a difendere la libertà d’opinione, aiutateci a difendere la libertà di informazione.
Cambiamo questa Politica, cambiamo questi Partiti! #InsiemeSiPuò
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Politica 09 Lug 2016
Non lasciamoci ingannare da questa politica
Amiche ed Amici,
per l’ennesima volta i legami tra faccendieri senza scrupoli, quali Raffaele Pizza, e una politica corrotta come non mai sono venuti a galla, in questo caso all’interno dell’inchiesta “Labirinto”.
Giochi di potere, appalti, sub-appalti, concessioni, assunzioni comandate; un nuovo capitolo della malapolitica si è aperto e nuove verità usciranno fuori, perché la verità vedrà sempre la luce, o almeno questo è quello che voglio credere.Gli inquirenti hanno intercettazioni, oltre che la testimonianza diretta di Pizza, che coinvolgono alcune alte cariche istituzionali, o comunque persone a loro molto vicine. In questo senso molto calda è la posizione in cui si trova il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che, a quanto sembra, vede implicati sia il fratello che il padre nel marcio business del clientelismo.
Il fratello di Alfano nel 2013 sarebbe stato piazzato ad hoc, da Pizza, come dirigente di Postecom, la società dei servizi internet di Poste italiane, con uno stipendio di 160/170 mila euro l’anno. Mentre il padre sembra che abbia spinto per far assumere alle Poste circa 80 persone di sua conoscenza, in questo caso fondamentale è la testimonianza della segretaria di Pizza, Marzia Capoccio.
La logica del clientelismo è sempre la stessa: appoggio economico, politico o, come in questo caso, sociale in cambio di favori politici, come vantaggi in gare d’appalti ad esempio.
Sono sempre molto indignato di fronte a simili episodi di corruzione, sia perché danneggiano un’intera popolazione di lavoratori che non trovano lavoro “solo” perché non hanno gli agganci giusti, sia perché determinano un costante allontanamento delle persone dalla politica, vista unicamente come fonte malvagia del potere.
Ma quella è una politica che non ci rappresenta, vogliono spacciarla per tale, ma non è vera politica, perché la vera politica è amore per il territorio, amore per i cittadini, onestà verso i cittadini, sostentamento dei cittadini. Quella dei giochi di potere, delle forme di clientelismo, delle lotte per le poltrone è una politica svuotata di ogni senso di origine che porta benefici ai pochi e danneggia i molti.
Noi del Movimento “Insieme Si Può” vogliamo riportare nella politica valori ormai perduti, come l’onestà, la trasparenza, il coraggio e vogliamo fare in modo che i cittadini si innamorino nuovamente della politica, perché senza partecipazione non c’è vera politica.
Aiutateci a costruire una nuova politica dal basso, o meglio a ripristinare la vera politica, ciò per cui è nata, e non lasciatevi ingannare da quella politica corrosiva, che della vera politica ha solo il nome. Combattiamo per una politica migliore, per la vera politica!
#InsiemeSiPuò e, soprattutto, si deve cambiare le cose!
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Politica 31 Mag 2016
Contro la Legge Fornero
Amiche ed Amici,
oggi voglio parlarvi di un problema molto serio che affligge la nostra società, il problema delle pensioni.
Sono anni che il Parlamento italiano approva leggi che aumentano l’età pensionabile, vale a dire l’età che soddisfa i requisiti anagrafici e contributivi affinché un soggetto possa ottenere un trattamento a carico di un ente previdenziale, che sia pubblico o privato. Cambiamenti “temporali” che non corrispondono in nessun modo a cambiamenti economici, perché le pensioni delle persone, quanto meno quelle delle persone normali, non subiranno alcuna modifica a livello economico.
L’ultima legge che ha messo mano al sistema pensionistico è la Legge Fornero (2011), un vero e proprio abominio giuridico che ha fatto più danni che altro. Una legge che dovrebbe essere abolita, sia perché non tutela il cittadino medio, che lavora una vita per accedere ad una pensione che non riflette i contributi che ha versato, sia perché non assicura le dovute garanzie ai giovani, che sono il futuro del nostro Paese.
Ogni giorno sentiamo ai tg e leggiamo sui giornali di pensionati che non arrivano in fondo al mese, persone che hanno faticato una vita per guadagnarsi il diritto ad avere una pensione che permetta loro di vivere una vita non in chissà quale lusso, ma semplicemente di vivere nella tranquillità, senza dover fare enormi sacrifici per arrivare in fondo al mese.
Il sistema pensionistico fu ideato al fine di garantire una vecchiaia serena a persone che hanno lavorato per gran parte della loro vita. E questo vale anche per chi non ha versato contributi, ma che però ha contribuito alla crescita della società, ad esempio le casalinghe, che hanno speso il loro lavoro nella crescita dei figli, i giovani di domani. Oggi mi sembra non solo che questo scopo non sia minimamente raggiunto, ma che ci si allontani sempre di più.
Un capitolo altrettanto dolente è quello dei giovani, che non hanno alcuna garanzia di accedere alla loro quota pensionistica per la quale stanno versando contributi o che comunque inizieranno a farlo. Allora mi chiedo, che senso ha pagare contributi senza sapere se un giorno avranno diritto alla relativa pensione?
Noi del Movimento “Insieme Si Può” combattiamo questa battaglia al fianco delle persone e lotteremo per modificare questa legge. Inoltre siamo indignati dal fatto che le persone non arrivano in fondo al mese con una pensione minima che non basta nemmeno per le bollette mensili, quando ci sono pensioni d’oro che sfiorano i ventimila euro. Senza contare i molti privilegi pensionistici di cui gode la Casta.
Vi sempre accettabile che con minimo 2 anni di mandato si acceda ad una pensione con cifre talmente alte da considerarsi un vero schiaffo morale alle “persone comuni”?
A Noi no!
Noi vogliamo una distribuzione più equa delle pensioni.
#InsiemeSiPuò lottare per le nostre pensioni!
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Politica 23 Mag 2016
In ricordo di Giovanni Falcone – uniamoci nella lotta alle mafie
Amiche ed amici,
oggi ricorre il 24° anniversario della strage di Capaci nella quale hanno perso la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca e i tre uomini della loro scorta: Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo.
Un omicidio cruento, una barbarie che ancora oggi è impossibile da dimenticare: davanti agli occhi passano ancora le immagini del tratto dell’autostrada che conduce da Palermo a Trapani, completamente stravolta, come se fosse passata l’insaziabile voglia di sangue della guerra.
Una morte annunciata molti anni prima, da quando il giudice e tutte le persone che gli gravitavano intorno hanno scelto di impegnarsi a combattere la mafia in favore della legalità.
Una battaglia difficile da vincere, ma portata avanti da Falcone e dall’amico e collega, Paolo Borsellino, con costanza, sacrificio e, soprattutto, senza paura.
Moltissimi al posto loro avrebbero rinunciato davanti alla prima minaccia: loro no.
I loro valori e la loro forza morale li hanno accompagnati fino all’ultimo fiato, rinsaldandosi di giorno in giorno.
Si dice che il coraggio non è assenza di paura, ma aver paura e andare avanti lo stesso, in nome di un qualcosa di più grande.
Giovanni Falcone aveva coraggio e non può che essere ricordato come eroe.Ogni giorno della sua militanza contro le mafie, contro l’illegalità, contro l’arroganza degli uomini, da giudice e da uomo libero, ha contribuito a rendere meno buie le tenebre, ha fatto intravedere la luce in fondo al tunnel.
Ha consacrato la sua vita e anche la sua morte alla causa in cui credeva e in cui crede anche il nostro Movimento: non ci stanchiamo mai di ricordare che la mafia uccide, ma il silenzio miete più vittime.Il suo sacrificio ha contribuito a svegliare un’isola: dal 1992 a oggi la presenza e l’impegno di studenti e insegnanti siciliani e non solo sono cresciuti. Ogni anno tutta l’Italia si ferma, anzi si muove, per ricordare chi ha perso la vita per una causa di giustizia e libertà.
Si può anche perdere la vita, ma se si hanno valori e principi solidi, non si muore mai.Il presidente del Senato, Pietro Grasso, lo ricorda così come un grande uomo, un esempio per tutti i magistrati, che ha lasciato un’eredità spirituale, il suo patrimonio morale. Non si abbatteva mai di fronte alle avversità, alle delusioni della vita e proseguiva spasmodicamente nella ricerca della verità.
Buscetta un giorno gli aveva detto: “Signor giudice, lei forse diventerà famoso, perché io le do queste dichiarazioni e le svelo i segreti di Cosa Nostra, però guardi che Cosa Nostra non chiuderà mai il conto finché non la distruggerà o fisicamente o moralmente o non la delegittimerà!”. La risposta di Giovanni Falcone fu: “Non importa! Dopo di me ci saranno altri magistrati che continueranno…”.
E così fu: continuo Paolo Borsellino, collega e amico d’infanzia, ucciso in Via D’Amelio meno di due mesi dopo e continuano ora, continuiamo ora nelle aule, nelle commissioni anti-mafia, nella vita di tutti i giorni.
Continua anche chi non dimentica, mantiene viva la memoria, non permette che il ricordo si dissolva nel tempo. Solo così le mafie non vinceranno mai.Vi invito, quindi, in questo giorno sacro, non soltanto a commemorare la memoria di un grande uomo, sia nello spirito, sia di fronte alla legge, ma anche a parlare ai vostri figli, ad educarli, a raccontare loro cosa ha fatto Giovanni Falcone per la Sicilia e per l’Italia. Il regalo che ci ha fatto è stato quello di dare l’esempio, di indicarci un cammino. Compito nostro è onorare la sua memoria e quella di coloro che si sono uniti a lui nel sacrificio continuando la sua battaglia, anche a distanza di 24 anni, per trionfare sulla mafia, sull’illegalità, su cui dà poca importanza alla giustizia e alla vita umana.
Chiunque di noi può fare la differenza nel suo piccolo, ma tutti insieme, uniti, possiamo cambiare le cose. #InsiemeSiPuò
“Chi ha paura, muore tutti i giorni; chi non ha paura, muore una volta sola.” – Giovanni Falcone
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Politica 04 Mag 2016
Difendiamo la storia
Amiche ed Amici,
qualche giorno fa la Digos della Questura di Catania è entrata in possesso di un filmato, pubblicato sul sito “Meridionews”, nel quale veniva celebrata la messa in onore della morte di Benito Mussolini, il 28 aprile appunto, presso la Chiesa di Santa Caterina, a Catania. Sono anni ormai che questa situazione, che coinvolge un considerevole numero di persone, si ripresenta, con le stesse dinamiche.
Personalmente, e parlo a nome di tutto il nostro Movimento “Insieme Si Può”, ritengo che sia indecente, oltre che dannosa per le nuove generazioni, la deificazione di un personaggio dalla dubbia moralità, anzi, direi proprio sprovvisto di ogni codice morale, come il sopracitato dittatore fascista. Mussolini è responsabile di migliaia di morti italiani, senza contare i milioni di ebrei che ha contribuito a sterminare dando il suo appoggio politico ad un individuo con un delirio di onnipotenza ed enormemente incline alla pazzia come Adolf Hitler.
È inaccettabile, Amiche ed Amici, che un criminale sia osannato e compianto, perché sì, questo sono i dittatori, a prescindere dalla loro ideologia politica, dei criminali e, in quanto tali, andrebbero condannati insieme alle loro gesta. Non c’è alcuna differenza o distinzione che tenga tra fascista, nazista e comunista, perché i dittatori vanno, in ogni caso, tutti condannati, senza se e senza ma.
Ma c’è un altro aspetto da sottolineare: nel nostro Paese il fascismo è apologia di reato e chiunque vi inneggi è perseguibile per vie legali. Quindi non solo esprimiamo la nostra condanna morale verso i fatti descritti, ma invitiamo la Magistratura a fare luce sui presenti e a dare loro la punizione che meritano.
In periodi di crisi come il nostro è facile cadere nell’oscurità e alcune persone se ne approfittano, incanalando il malcontento comune nella direzione dell’odio, cercando capri espiatori e offrendo soluzioni che non esistono. Ma sappiate che puntare il dito verso il prossimo non risolve i problemi, ma li amplifica e crea muri tra le persone, muri che si stratificheranno a tal punto che le generazioni successive neanche sapranno comunicare fra loro.
I problemi si risolvono unendosi, non creando fratture. Anzi, dividendo le persone, i problemi si moltiplicano e così si moltiplica la possibilità di risolverli. “L’unione fa la forza” è un vecchio proverbio ma racchiude l’essenza della civiltà umana, quindi siate più “civili” e meno portatori di odio.
Queste persone, dei veri e propri catalizzatori di odio, non cercano di rendervi la vita migliore, semplicemente si approfittano della vostra rabbia e ne fanno uno strumento per raggiungere i loro interessi. Ma non solo, essi modificano la storia a loro piacimento, facendone un mezzo da usare per suscitare negatività nelle persone, tra le persone. La storia viene usata come uno strumento per ottenere un altro strumento: il vostro rancore, la vostra insofferenza, il vostro odio.
Noi del Movimento vi invitiamo a tutelarvi da tutto ciò. Questi diffusori d’odio si combattono con la conoscenza, perché chi sa la storia non può essere ingannato. E la storia va sempre tenuta impressa nella memoria, va ricordata, va rammentata a chi se ne scorda, va raccontata continuamente, va insegnata nel migliore dei modi alle generazioni future.
La storia va difesa dalle persone che vogliono falsificarla, dalle persone che si approfittano della crisi e riempiono d’odio i cuori delle persone.
C’è solo un modo per difendere la storia: conoscerla!
#InsiemeSiPuò difendere la storia.
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News 18 Apr 2016
Referendum: a ottobre uniti per il NO
Amiche ed Amici, abbiamo perso!
Il quorum al referendum non è stato raggiunto e così l’Italia ha mancato un’altra occasione per fare la differenza.Qualcuno in realtà ha vinto: hanno vinto i poteri forti e la lobby dei petrolieri! Soltanto il 31,2% degli aventi diritto ha scelto di andare alle urne e votare. Il messaggio è arrivato forte e chiaro: i SI avrebbero ottenuto l’85,8% mentre i NO solo il 14,2%.
Avremmo vinto, insomma. Avremmo bloccato le concessioni alle piattaforme, mettendo un freno a questa logica capitalista che ragiona solo in termini di olio nero e tornaconti e non bada a spese, sprechi e all’ambiente, soprattutto.
Avremmo garantito un futuro diverso ai nostri mari, alle creature che li popolano, alle nostre spiagge, ai balneanti, ai turisti che scelgono di passare le vacanze in Italia.
Uso non a caso il condizionale perché il quorum non è stato raggiunto e quindi questo scenario non si verificherà, non nel breve termine almeno.Abbiamo preferito astenerci, forse confusi da un decreto legislativo contro cui il 14,2% dei votanti si è schierato a sfavore portando avanti gli interessi dei lavoratori. Occupazione? Cassa Integrazione? Di che cosa parliamo realmente, Amiche e Amici?
Credete davvero che la chiusura o il mantenimento delle piattaforme di trivellazione dipenda la sorte delle famiglie degli operai che vi lavorano? Credete che i petrolieri, i reali interessati a votare per il NO, abbia tenuto conto di queste persone e dei loro interessi.
A prescindere dal risultato, qualunque esso potesse essere, la vita di una piattaforma è breve, così come la disponibilità di risorse nei giacimenti. Quanto tempo in più o in meno avrebbero lavorato queste persone? E anche se fosse passato il SI e si fosse raggiunto il quorum, pensate che queste persone sarebbero rimaste dall’oggi al domani senza lavoro? Apriamo gli occhi e vediamo le cose come stanno davvero.Tutti questi discorsi, come altri, sono e resteranno mere illazioni perché quasi il 70% degli italiani ha preferito dare ascolto a Renzi e a chi come lui ha spinto per l’astensione.
Abbiamo rinnegato in un attimo, con una scelta di pochi secondi, 70 anni di libertà, conquiste, costituzionalismo.
Astenendoci abbiamo rinunciato a dare la nostra opinione, a votare. Non solo abbiamo lasciato che qualcun altro scegliesse per noi, ma abbiamo anche rinunciato ad un diritto. Pensate che nel 2016 ci sono persone in ogni angolo del mondo che lottano e muoiono ogni giorno per guadagnare un diritto come questo o qualche diritto. Pensate a quanti hanno combattuto, donne e uomini, per guadagnarsi diritti nella storia. E’ questo il valore che gli diamo oggi?Noi del Movimento Insieme Si Può non ci lasciamo sopraffare dalle dichiarazioni di Renzi o da queste dimostrazioni di indifferenza e superficialità: ammettiamo la sconfitta e da oggi lavoreremo ancora di più contro chi vuole distruggere la nostra democrazia, che i nostri padri hanno faticato per guadagnarsi e lasciarci.
Noi del Movimento Insieme Si Può diciamo a gran voce al Premier Renzi che non dovrebbe esultare di fronte ad un cose alto tasso di astensionismo, visto che in Italia gli aventi diritto sono il 70% della popolazione: di questi, facendo una media statistica, il 31,2% di coloro che sono andati a votare ieri, rappresenta il 45% di quelli che andranno a votare sia a ottobre, sia alle prossime elezioni.
Siamo davvero ad un passo per diventare la maggioranza reale del Paese.Basta parlare di rivoluzione, di progresso dalle vostre sedie e basta con questi vani attacchi alla democrazia: gli italiani sono sempre più consci di chi li rappresenta in questo momento.
Prima la Riforma della Costituzione, adesso il Referendum abrogativo. Quando ad ottobre o alle prossime elezioni Renzi avrà bisogno di voti a chi si rivolgerà? A quasi 70% di italiani che ha invitato ad astenersi, a restare a casa e non andare più a votare?
Come si giustificherà davanti a queste persone, davanti al popolo italiano? Non basteranno scuse e nessuno si berrà la storia del “c’è caso e caso.”
Quando la coerenza verrà meno e sarà sotto i riflettori, chi potrà salvare Renzi? Chi salverà la povera Italia dall’ennesima debacle?Amiche ed amici,
se a questo referendum eravamo per il SI, in questa nuova situazione il Movimento Insieme Si Può vi invita a schierarvi per il NO!
Diciamo No a questa riforma che toglie spazi di partecipazione democratica!
Diciamo No a questa riforma ha molti punti oscuri e che fa decadere moltissimi pilastri degni di un regime chiamato “democrazia”!
Diciamo No e difendiamo il nostro Statuto Speciale, affinché salvi e mantenga l’autonomia della nostra Sicilia.Al referendum di ottobre noi voteremo NO e vi invitiamo a fare lo stesso.
Alzatevi e andate a votare: scegliere per voi stessi, per il vostro bene, per il vostro paese. Non lasciate ad interessi poco chiari e a personaggi di morale dubbia di offuscare il vostro giudizio e di scegliere per voi.
Scegliete la Democrazia: unitevi a noi e votate NO, perché tutti insieme siamo più forti. #InsiemeSiPuò -
Politica 17 Mar 2016
L’assenteismo va estirpato
Amiche e Amici,
i problemi della nostra società sono molti e variegati, ma ce n’è uno su tutti che ritengo sia urgente trattare, sia perché è un fenomeno in aumento, sia perché danneggia l’intera società. Sto parlando dell’assenteismo, cioè di quella tendenza a lasciare il posto di lavoro durante l’orario di lavoro, per andare a fare la spesa, a fare colazione fra colleghi o qualsiasi altro tipo di commissione.
Ovviamente, pur essendo un fenomeno generale, mi preme marcare l’assenteismo relativo alla pubblica amministrazione, cioè a quell’insieme di enti pubblici che concorrono all’esercizio ed alle funzioni di amministrazioni dello Stato.
Infatti, se un dipendente di un’azienda qualsiasi non svolge il lavoro per il quale è pagato e nell’orario di lavoro va a fare la spesa o a prendere un cappuccino ed un cornetto, pur essendo un cattivo comportamento, a Noi poco importa, perché chi ci rimette è soltanto l’azienda. Ma se lo stesso comportamento lo ha un dipendente statale, allora noi del Movimento non lo accettiamo perché i soldi del suo stipendio sono soldi di noi contribuenti, quindi ci rimettiamo tutti.
Purtroppo quello dell’assenteismo è un fenomeno che investe un po’ tutta l’Italia, senza scomodare l’oramai inutile dialettica fra Nord e Sud, perché quando c’è da fare i furbi non conta la posizione geografica o il contesto culturale: che ci si trovi a Catania, a Palermo, a Roma o a Bergamo, il problema dell’assenteismo è presente nonché in continuo aumento. Ma questi “furbi” vanno fermati perché non è più ammissibile ammettere parassiti all’interno della nostra società, specialmente in tempi bui come i nostri.
InsiemeSiPuò nasce anche per affrontare problemi come questi, primariamente a livello locale e, perché no, in seguito anche a livello nazionale. Il nostro Movimento vuole ridare fiducia ai cittadini e per farlo il miglior modo è quello di optare per una politica che dia risposte genuine, semplici e concrete a problemi quotidiani. Se le persone la mattina fanno cinque ore di fila per parlare con un impiegato comunale, o con qualsiasi altro tipo di impiegato statale, devono sapere che c’è la possibilità che ciò dipenda da questo fenomeno e che è un problema che deve essere affrontato e risolto.
Una soluzione potrebbe essere quella di intraprende delle politiche di controllo più rigide e mirate che impediscano “fughe” da lavoro, oppure una legislazione più severa nei confronti sia di chi si macchia di assenteismo, sia di coloro che assecondano il fenomeno, i quali non sono certamente meno colpevoli.
Vogliamo sottolineare come chi si assenta ingiustificatamente da lavoro commetta non solo un torto economico ai danni dello Stato e dei cittadini, ma anche un torto morale nei confronti di tutti coloro che sono disoccupati e il lavoro purtroppo non ce l’hanno.
#InsiemeSiPuò estirpare l’assenteismo!
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Politica 23 Feb 2016
Vogliamo il referendum contro le trivellazioni in Sicilia
Amiche e amici,
fin dove la fortuna e il benessere dell’uomo possono valicare la salvaguardia dell’ambiente?
Fino a dove il lavoro può valere più della ricchezza che il settore del turismo può garantire alla Regione?
E quando la dignità di poche persone ha più peso del benessere di un’isola intera?Dopo il caso delle Tremiti in Puglia, adesso anche la nostra amata Sicilia è vittima della corsa al petrolio e della mozione pro Trivellazioni, firmata dal ministro Guidi il 22 dicembre, “casualmente” un giorno prima dell’approvazione definitiva della legge di stabilità all’art. 239, che prevede il divieto di trivellazioni nelle zone di mare entro le 12 miglia dalla costa lungo l’intero perimetro nazionale prorogando i titoli abilitativi rilasciati. E ciò solo per bloccare i referendum prendendo in giro gli Italiani.
Nel mirino Pantelleria e Gela, che dovrebbe ospitare due impianti; la giustificazione: fanno parte del protocollo Eni firmato nel 2014, quindi si fanno per forza e chi se ne importa del resto.Che poi questo resto si potrebbe tradurre in tutela della salute dei siciliani, salvaguardia della costa e dell’ambiente, incentivazione del turismo.
A quanto pare valgono meno degli oltre due miliardi di euro di oro nero a cui si potrebbe avere l’accesso.
È un prezzo che siete, che siamo disposti a pagare?Noi abbiamo denunciato quanto stava accadendo già nel settembre del 2014 con un articolo: “I pozzi petroliferi nel Canale di Sicilia? No grazie!”
Auspichiamo che ci sia una coalizione di tutte le forze sane per impedire lo scempio delle nostre coste
Non è ammissibile che un governo volga altrove lo sguardo mentre il suo popolo reclama risposte e osteggia decisioni.
Secondo la democrazia e la nostra Costituzione, il potere è del popolo.
Perché viene ignorato? Manifesteremo e scenderemo in piazza se necessario.
Il referendum è più che mai un imperativo categorico.La Sicilia sta perdendo e continua a perdere opportunità, lavorative e non: stanno mettendo in discussione il nostro mare e la nostra terra, la nostra cultura, il nostro patrimonio e anche il futuro, nostro e dei nostri figli.
La Regione è stata incapace di attuare o quantomeno proporre un piano industriale di sviluppo sostenibile.Non lasciamo che questa incapacità continui a condizionare la nostra vita e quella delle generazioni future: uniamoci e alziamo la nostra voce!
Opponiamoci a questa barbarie, scendiamo in piazza e manifestiamo contro questo abominio.
Schieriamoci a favore dell’ambiente, del turismo, della salvaguardia delle bellezze siciliane: schieriamoci a favore della nostra terra.Partecipiamo tutti insieme al referendum abrogativo e ostacoliamo la proposta di trivellare e martoriare la nostra terra! #InsiemeSiPuò
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Politica 15 Feb 2016
Fermiamo la corruzione
Amiche e Amici,
c’è un piaga che sta continuando a dilagare in Sicilia e, più in generale, in Italia: la corruzione. E sto parlando della corruzione in ogni sua forma, aspetto e direzione, un fenomeno che racchiude in sé il peggio che l’essere umano può esprimere, un fenomeno che va sconfitto.La corruzione è come un parassita che si nutre del corpo al quale è patologicamente attaccato, e quel corpo, purtroppo, è il nostro bel Paese, la nostra bella Regione. Non c’è cosa che mi tormenta di più del vedere la nostra bella terra in balia di meccanismi di potere che hanno come unico fine quello di far arricchire chi, in realtà, con la Sicilia non ha niente a che fare.
Evidentemente le persone che si prestano a questi “giochi di corruzione” non vedono la Sicilia come la vedo io, come la vediamo Noi, cioè come una terra ricca di cultura, di paesaggi mozzafiato, di ottime specialità culinarie; evidentemente queste persone vedono nella Sicilia solo un mezzo per arricchirsi e acquisire potere, vedono solo una terra senz’anima sulla quale lucrare.
Ma ad essere senza anima sono proprio loro! Perché chi mette il potere e la ricchezza davanti alla propria terra e ai propri concittadini non solo tradisce quest’ultimi, ma tradisce se stesso e le proprie origini.
Noi del movimento Insieme Si Può ci rifiutiamo di accettare inermi lo stato delle cose, che continua ad evolvere in negativo, ci rifiutiamo di pensare che non si possa, in qualche modo, inceppare questi meccanismi corrosivi e, soprattutto, ci rifiutiamo di credere che lasciare le cose come stanno sia più opportuno, in termini di sicurezza personale, che intervenire direttamente sul problema: forse sarà più facile, forse sarà più cauto, ma sicuramente non è più opportuno, perché far finta di niente equivale a perdere ogni volta un pezzo della nostra anima; e talvolta, perdere la propria anima, è peggio che perdere la propria vita.
So di chiedervi molto, ma l’unico modo per affrontare un problema come la corruzione è affrontarlo tutti insieme. Il Movimento vuole cambiare la Sicilia e più saremo, più aumenteranno le possibilità di fare qualcosa di veramente concreto, che cambi in meglio la vita delle persone comuni.L’onestà è uno dei valori imprescindibili del Movimento e lo difenderemo a qualsiasi costo. Una Sicilia libera da ogni ingranaggio di potere, da ogni nefasta possibilità di corruzione, tornerà finalmente a respirare onestà e partecipazione.
Amici e Amiche, Noi vi chiediamo di unirvi al Movimento non tanto perché il numero fa forza, ma per l’ideale che c’è dietro a noi, a voi, a tutte le persone oneste: è l’ideale comune che fa la vera forza. E non c’è ricchezza o potere che corrompa, perché gli ideali, quelli veri, quelli che ci caratterizzano a tal punto che senza di essi si perderebbe la nostra identità, quelli no, non si comprano.
Liberare la Sicilia dalla corruzione non è una possibilità, non è neanche un obbligo morale; liberare la Sicilia è la realizzazione di un ideale che fa parte di noi, della nostra essenza, e senza il quale non saremmo veri siciliani, non saremmo veri italiani e, probabilmente, non saremmo nemmeno veri uomini. #InsiemeSiPuò sconfiggere la corruzione!
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Politica 07 Feb 2016
La famiglia sopra ogni cosa
Amiche e Amici,
oggi voglio porgere alla vostra attenzione un fatto accaduto qualche settimana fa all’ospedale Umberto I di Enna: la nascita di tre gemelline.
È un evento eccezionale, specialmente se si considera che si tratta di una gravidanza spontanea, non indotta da fecondazione assistita, un evento che ha portato gioia e felicità non solo alla famiglia ma a tutta la comunità di Enna. Perché la famiglia è la base di qualsiasi società.
La famiglia è dove c’è Amore e può essere tradizionale o allargata, poco importa.
Noi vogliamo distinguere il matrimonio dai diritti da riconoscere alle Unioni Civili, ma anche lì c’è famiglia. Siamo contrari agli uteri in affitto per le conseguenze etiche e morali che ne derivano. Crediamo che l’uomo debba tornare al centro della politica e con esso la famiglia.
Insieme Si Può parte proprio dalla famiglia, perché è un valore intrinseco di qualsiasi progetto politico e ne costituisce le fondamenta. D’altronde che senso avrebbe avere un disegno politico che non getta le basi per il futuro dei nostri figli, dei figli dei nostri figli, e via dicendo? Perché la politica, la vera politica, dovrebbe avere una visione a lungo termine del Paese e dei cittadini che governa; purtroppo la vera politica, al giorno d’oggi, è solo un’utopia, è solo una parola che designa un insieme di persone che pensano solo a se stesse e alle loro poltrone, che se ne fregano dei più deboli e dei più bisognosi.
Il nostro Movimento vuole dare una svolta, una svolta che unisca la politica e i cittadini, che unisca la politica e la famiglia, che unisca la politica e le realtà più degradate della nostra regione. Noi vogliamo riacquistare la fiducia delle persone comuni che non credono più nella politica marcia di oggi e per farlo vi diciamo che per noi la famiglia è tutto, come lo è per voi; allora il prossimo passo è solo quello di unirci tutti in una grande famiglia che provveda ai bisogni di tutti, nessuno escluso. L’ambiente politico deve diventare un ambiente familiare, confortevole.
Quando siamo soli, depressi, frustrati, arrabbiati, quando stiamo per arrenderci alla vita, la famiglia è quella luce che ci aiuta ad uscire dalle tenebre della solitudine, che ci dà forza per superare ogni avversità, che ci sostiene per qualsiasi scelta si possa decidere di fare.
Noi vogliamo familiarizzare la politica, sia perché quest’ultima deve uscire dai palazzi del potere e ritornare nelle case delle persone, sia perché la famiglia deve diventare il valore politico intorno al quale costruire qualsiasi progetto futuro.
Amici, uniamoci tutti insieme in una grande famiglia e cambiamo prima la Sicilia e poi l’Italia intera, perché da soli siamo limitati, ma #InsiemeSiPuò tutto.
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Events 27 Gen 2016
Family Day 2016: tra diritti negati e quesiti etici
Amiche ed Amici,
in questi giorni ovunque, dalle piazze alle televisioni, dai giornali ai social network, si è molto dibattuto della questione delle unioni civili e della promozione del nuovo Family Day.
Le principali città del mondo New York, Parigini, Berlino, Tel Aviv hanno colorato monumenti e palazzi con i colori dell’arcobaleno per manifestare la solidarietà nei confronti della comunità LGBT e della loro richiesta non solo di potersi sposare in tutto il mondo, ma anche di poter diventare anche genitori.
Colpisce che una delle poche città (tra quelle rappresentative), Milano, non solo non abbia colorato d’arcobaleno nessun palazzo, ma anzi abbia scritto sul Pirellone a caratteri cubitali “Family Day”, a sottolineare una presa di posizione forte.L’Italia è da sempre una nazione dove, da una parte la tradizione e dall’altra la presenza del Vaticano, la religione è fortemente radicata, seguita e inserita nel bagaglio culturale di ogni individuo.
Secondo la Chiesa italiana, la famiglia tradizionale è composta da uomo e donna, che si uniscono nel sacro vincolo del matrimonio e coronano questa unione con un figlio, punta di diamante del nucleo familiare.
Va da sé che ogni altro tipo di unione non è riconosciuta e, nei casi delle coppie tra persone dello stesso sesso, viene pure scoraggiata e osteggiata.Da padre di famiglia, padre e persona credente, riconosco nella famiglia tradizionale l’unica tipologia di famiglia possibile.
Ritengo che i figli debbano crescere in un nucleo con due figure ben distinte, padre e madre, che li educhino e indirizzino in maniere differenti ma complementari.
Sono perciò contrario all’adozione da parte di coppie omosessuali: i bambini non sono un diritto perché non sono oggetti.
I bambini sono esseri umani e come tali, hanno diritti inalienabili dal momento in cui arrivano su questa terra. Perciò vanno tutelati e bisogna assicurar loro l’educazione migliore possibile offrendo esempi solidi ed integri.
Nonostante le mie prese di posizioni ben radicate, in merito alla questione delle unioni civili, credo che la tematica sia molto delicata e sarebbe tempo di occuparsene e di attuare una legislazione. I tempi sono maturi, la priorità è massima e non possiamo rischiare, come nazione, di continuare ad essere il fanalino di coda dell’Europa e non solo.
Siamo nel terzo millennio: imbocchiamo il progresso e sintonizziamoci sulla stessa linea d’onda degli altri paesi.A parte questo, benché io e il mio Movimento, Insieme Si Può, crediamo in una sola tipologia di famiglia e non siamo a favore dell’adozione da parte di quest’ultimi, al tempo stesso abbiamo sempre promosso e continuiamo a credere nel rispetto di tutti e nell’uguaglianza come diritto inalienabile di ogni essere umano.
Ci dissociamo quindi da ogni dimostrazione anche vagamente razzista e da ogni azione che possa aver leso la comunità LGBT in un momento storico molto delicato, in cui istituzioni, come la famiglia, che abbiamo sempre visto e percepito in un modo vengono completamente ribaltate e stravolte.
L’integrità umana deve essere sempre preservata: il disaccordo esiste laddove il rispetto e l’educazione persistono. Quando vengono meno, vengono meno anche i valori fondanti della vita umana.Volete crescere i vostri figli in un mondo promiscuo rispetto ai valori? Volete insegnare l’odio, l’emarginazione e la prepotenza?
Da padre, auguro alle mie figlie di diventare madri e insegnare ai loro figli gli stessi sani principi con cui le abbiamo cresciute noi: amore, rispetto, famiglia, condivisione, educazione, comprensione, fede.
Come spesso abbiamo predicato anche attraverso il Movimento, la cultura è conoscenza e conoscenza porta consapevolezza di cosa e chi siamo, del mondo che ci circonda e delle infinità possibilità che abbiamo compiendo una scelta piuttosto di un’altra.Ancor prima di dibattere di unioni civili, di omosessualità, di adozioni, ancor prima di giusto o sbagliato, condivisibile o meno, bisogna educare.
#InsiemeSiPuò diffondere una corretta educazione e rendere questo mondo un posto migliore in cui crescere. -
Politica 07 Gen 2016
Riportiamo il dialogo tra i cittadini
SICILIA: LA PAROLA AI CITTADINI
Amiche e Amici,
Insieme Si Può vuole riportare il dialogo a misura di cittadino.
Le città siciliane vivono ormai da parecchi anni uno stato di difficoltà dovuto al difficile momento economico, a cui è sottoposta tutta la nostra Nazione.
Il loro sviluppo è stato fortemente condizionato sia da limiti organizzativi dovuti all’arretratezza della regione, sia ad un atteggiamento di sufficienza e indifferenza verso la Sicilia che da sempre premia il Nord.A livello di infrastrutture e rimodernamento dei servizi, siamo ancora un paese retrogrado: tempi biblici per coprire brevi distanze, il problema della sicurezza all’ordine del giorno e la mancanza sia di fondi che di azioni efficaci a risolvere le questioni principali.
Tutto ciò a scapito dei cittadini, vittime di disservizi, ritardi e impossibilitati a compiere o affrontare serenamente anche i compiti più facili della vita quotidiana, come andare a lavoro o fare una commissione.
Traffico, pulizia, ordine, controllo, sicurezza, efficienza dei mezzi e dei servizi pubblici, ecc. sono tematiche interconnesse, che riguardano tutti noi. A causa del loro non essere in primo piano, come ad esempio il discorso della sanità pubblica o della burocrazia amministrativa, sono considerate di serie B e trattate con minor cura o a tempo perso, quando invece partendo dalla loro risoluzione sarà possibile una ripartenza dell’isola.
Non sono la conseguenza, ma la causa di un rilancio che riguarderebbe tutti i settori e contribuirebbe ad una riqualificazione della Sicilia non solo a livello italiano, ma anche e soprattutto a livello europeo.Questo fantomatico rilancio, cari Amici, che porterà alla creazione di posti di lavoro e quindi benessere economico generale, potrà arrivare solo da uno sforzo legato alla ricerca delle idee, le quali potranno avere fondamento soltanto in un sistema di servizi aggiornati, innovativi, funzionati, pratici e al passo coi tempi.
Un sistema che funziona a dovere è un sistema dove possono fiorire anche cultura, aggiornamento e legalità, poiché la conoscenza porta profonda consapevolezza in ogni sostrato della società.Vantiamo una regione con alcune delle città più belle al mondo, un’isola ricca d’arte e di cultura ad ogni angolo, di colori, profumi, e malgrado questo, non riusciamo a tenere testa alle più progredite città del nord, grigie sì, ma efficientissime e quindi produttrici di lavoro e vita.
Le nostre città rispecchiano nel piccolo il macro-problema che affligge la Sicilia: viviamo una dicotomia generalizza, che se da una parte le vede vigorose sul piano di naturale bellezza, dall’altra le trova cagionevoli su quello della validità dei servizi e della legalità.
Il nostro più grande antagonista siamo noi stessi e non ce ne siamo ancora accorti.Come uscire da questo circolo vizioso? Come portare le nostre città al passo coi tempi? Come restituire alla Sicilia la posizione che merita in Italia e in Europa?
La partenza è uno studio che esamina criticamente la situazione attuale al fine di proporre idee e soluzioni concrete per il raggiungimento degli scopi.
Il fine principale della politica e che il nostro Movimento auspica e promuove dovrebbe essere quello di arrivare ad offrire al cittadino un sistema più funzionale dei servizi al costo di un piccolo sacrificio iniziale, che però nel lungo periodo verrebbe completamente ripagato e, anzi, aprirebbe uno scenario di soli vantaggi.
Se vi dicessimo che abbiamo in mente una Sicilia a misura delle vostre necessità e bisogni, non sareste disposti a tutto per realizzarla in tempi brevi?
L’importante è adottare un approccio sereno nell’offrire soluzioni ottimali, che possa offrire vere garanzie di efficienza e non faccia perdere le ultime speranze alla popolazione.L’ultima domanda a cui dare risposta è: chi e come deve offrire queste idee? la soluzione più semplice è avviare un dialogo con chi vive quotidianamente le varie problematiche.
Invitiamo quindi tutti i cittadini siciliani a farsi avanti e proporre idee concrete al nostro Movimento: sosterremo e promuoveremo i vostri suggerimenti per realizzare un futuro migliore per la nostra isola.
Insieme si può e, prima di tutto, Insieme Si Deve! -
Europa 29 Dic 2015
Dopo Podemos, Insieme Si Può salvare la Sicilia
Amiche e Amici,
da qualche giorno la Spagna regge su equilibri precari. Nessuna pietanza tipica del Natale sulla tavola: solo politica.
La nazione si ritrova senza un governo effettivo: i partiti favoriti non hanno raggiunto la soglia minima dei 176 seggi; non esiste una vera opposizione e anche le coalizioni destra-sinistra appaiono confuse e nebulose.
Un sacco di interrogativi attorniano il nuovo re, Felipe VI, e solo una certezza è sulla bocca di tutti: Podemos.
Podemos ha ottenuto il 20% dei consensi. Questo non basta certamente per la vittoria, ma manda un segnale forte e preciso al governo spagnolo e a tutta l’Europa. Podemos è la versione spagnola di un fenomeno sempre più mondiale: la rivolta contro le élites, l’establishment, i vecchi partiti, le forme tradizionali di rappresentanza.
È la voglia di dire basta ad un sistema corrotto, concentrato sui giochi di potere, di denaro e di poltrone, che non guarda minimamente agli interessi dei cittadini.La situazione spagnola, inevitabilmente, ci riporta alla nostra Italia e alla nostra amata Sicilia. Abbiamo fondato Insieme Si Può molto prima che Podemos vedesse la luce, motivati dalle stesse ragioni e spinti dai medesimi obiettivi.
Quando il Movimento è nato, lo scopo era in primo luogo di restituire la politica ai cittadini, ritrovare quell’amore per la “res pubblica” che muove tutto il paese. Chi non si interessa di politica, non si interessa della vita e per questo la politica deve tornare centrale in Sicilia.
E con lei anche i cittadini.
Siamo stanchi di Crocetta e della sua sudditanza che prima proclama fedeltà e alla prima occasione utile, colpisce anche lui alle spalle. Siamo stanchi che lo spasmodico bisogno di tenere stretto il potere abbia fatto perdere di vista il vero obiettivo: quello di riportare la nostra isola agli antichi splendori.
Basta con gli sprechi di soldi, di tempo e di energie che non abbiamo.Vogliamo smantellare il governo siciliano così come lo conosciamo oggi e farci guidare da persone che conoscano i reali problemi dell’isola, che non si limitino a polemizzare o aizzare faide intestine, ma che al contrario offrano solide e valide soluzione.
Dobbiamo riqualificare le infrastrutture per riportare i turisti nell’isola e far conoscere al mondo i monumenti e le ricchezze storiche che ci circondano; dobbiamo creare un’etichetta d’eccellenza sotto cui salvaguardare le nostre prelibatezze enogastronomiche che ci hanno resi celebri nel mondo; dobbiamo incentivare l’educazione, la cultura e la formazione perché i giovani sono il nostro futuro e noi dobbiamo credere in loro, spronarli e dargli un buon motivo per restare e far rivivere la Sicilia, prima che qualcuno all’estero li noti, li lusinghi e li porti via, a far fortuna oltremare.
Dobbiamo pensare anche i piccoli problemi quotidiani che affliggono le persone: la questione dei rifiuti che danneggia l’ambiente, le riforme sanitarie per garantire a tutti di accedere alle cure di cui ogni uomo ha diritto; dobbiamo snellire l’iter burocratico per ridisegnare una pubblica amministrazione a misura di cittadino; dobbiamo riportare sotto i riflettori la questione dell’Agenda Digitale, perché è un tema cruciale e assolutamente importante, per far sì che la Sicilia diventi moderna, innovativa e al passo coi tempi.
È quanto mai fondamentale garantire agli onesti lavoratori siciliani di poter raggiungere il posto di lavoro o di far visita alle famiglie in tempi dignitosi: come è possibile che alle soglie del 2016 qualcuno ancora impieghi 7 ore per attraversare non dico il mondo, ma una sola regione?Cari Siciliani, su questi punti ci siamo espressi come sapete molte volte. L’aspetto su cui vogliamo focalizzarsi è la necessità di far valere lo Statuto che ci spetta di legge, dal quale potremmo avere solo benefici, non solo in un’ottica regionale, ma anche nazionale ed europea.
L’esempio di Podemos ci fa capire che non siamo soli, che anche in altre parti del mondo la gente si è stancata di sopportare in silenzio il legiferare di pressappochisti e opportunisti. Podemos è un bagliore nella notte che ci indica che la strada intrapresa con Insieme Si Può è quella giusta.
Il cammino è impervio e in salita, ma la vetta non è irraggiungibile: si tratta solo di avere pazienza, armarsi di sani principi e ideali e non tradirli mai.La Catalogna se paragonata alla Spagna è solo una piccola fetta di territorio eppure è riuscita a ribaltare le convenzioni, le logiche di potere fino ad allora conosciute e a scuotere gli equilibri politici già precari.
Tutto questo è stato possibile grazie ad una comunione di intenti ed un’alleanza sotto un ideale comune.
Noi di Insieme Si Può ritroviamo molti punti in comune, sia a livello regionale, che politico con Podemos e proprio per questo crediamo di poter avere una voce importante nella questione pubblica e politica.
Basta procedere uniti, insieme e convinti dei propri presupposti. Riscrivere la storia non è un obiettivo troppo lontano #InsiemeSiPuò -
Politica 19 Dic 2015
La voce del presidente di un Movimento del Sud
Insieme si può un movimento del Sud che apre al Nord in una logica opportuna più armonica.
Sarebbe utile un apprezzamento ed una collaborazione da parte di chi, in un Nord più organizzato e più disposto verso una nuova generazione imprenditoriale, che possa offrire disponibilità alla crescita di un Movimento come il nostro. Un Movimento che promuove e protegge i prodotti locali ed ogni possibilità di incremento verso un più ragionevole progresso su un territorio che merita particolare attenzione ed una affermazione più congeniale. Chi al Nord sa leggere in lungimiranza potrà individuare l’importanza di collaborare per una politica di sviluppo proposta dal nostro Movimento e sposarla attraverso una collaborazione fattiva e utile al progresso dell’intero Paese.”
Il Movimento Insieme si può è nato da poco, ma corre verso un futuro pieno di idee ed innovazione. E’ un Movimento regionale che, in poco tempo, è riuscito a trarre l’attenzione di tanti cittadini che vivono in questo territorio ormai del tutto abbandonato dall’attenzione di una politica centralista di governo, la quale non sembra aver percepito l’importanza dei valori della nostra Sicilia.
Insieme si può si muove per dare forza ai valori di questa terra traendone una opportunità unica poiché, attraverso la promozione di questi, si propone di esprimere un’agenda politica che possa smuovere l’attenzione e guidare in modo equilibrato e corretto le esigenze delle aziende locali più conformi allo sviluppo. Il fine è quello di guidare un progresso più consono ed in futuro le più che opportune infrastrutture occorrenti. Una regione che attende da tempo un riscatto sociale e che pare davvero abbandonata da qualunque efficiente politica in proposito.
I valori territoriali sono dunque parte fondante di questo Movimento che necessità di maggiore visibilità, ma anche di una fondamentale disponibilità da parte di tutto il Paese Italia. Soprattutto da parte di chi sa percepire quanto, certe risorse del Sud, possano aiutare e spingere la stessa economia del Nord.
Per noi risulta essenziale l’armonia con quella parte imprenditoriale del Nord che comprende uno sviluppo più logico e diverso. Un Sud che potrebbe far da volano per la crescita dell’intero Paese e che, attraverso l’azione del nostro Movimento, intuisce il bisogno essenziale di investimenti opportuni su ciò che la Sicilia ha maggiore predisposizione ad offrire.
Noi, a differenza di altri, non ci poniamo contro i fratelli del Nord..non abbiamo alcuna illogica predisposizione a contrastare gli investimenti di quell’imprenditoria o possibili “joint venture” armoniche ed equilibrate in corrispondenza con le esigenze del territorio: per noi non potrà esservi progresso al Sud senza la giusta comprensione e l’aiuto di una classe dirigente e produttiva del Nord…come non potrebbe mai svilupparsi in pieno la crescita dell’intero Paese a causa dell’indolente crescita di un Sud ormai impoverito. In quest’ottica il Sud rappresenta un prezioso tesoro per il Nord e noi siamo più che consapevoli di quanto possa essere indispensabile l’aiuto di una certa classe imprenditoriale esperta del Nord.
Alfio Di Costa
Presidente e fondatore del Movimento -
Europa 10 Dic 2015
Tuteliamo i diritti di uguaglianza e rispetto di tutti gli uomini
Amiche e Amici,
oggi ricorre la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Uomo, in cui si ricorda e celebra la Carta che nel secondo dopoguerra divenne simbolo di una rivoluzione etica e di civiltà ancor prima che politica.
Nonostante siano passati quasi 70 anni da quella giornata gloriosa continuiamo ad assistere quotidianamente ad atti che ignorano o, ancor peggio, violano questo documento sacro.Ne abbiamo avuto alcuni esempi recenti: pensate alla disperazione degli immigrati che ogni giorno approdano sulle nostre coste in cerca di riscatto e libertà; pensate alla tragedia che ha piegato la città di Parigi; pensate alla foto del povero bambino siriano inghiottito e poi restituito senza pietà dal mare sulla spiaggia.
Di esempi la nostra mente, i giornali e le televisioni sono continuamente pieni e, nonostante questo, c’è chi ancora alza le spalle, volge lo sguardo e prosegue nella sua vita come nulla fosse.
Anche se la disgrazia appare lontana da noi e dalla nostra esistenza, dobbiamo ricordare che siamo tutti esseri umani, nati da madre e padre, uguali nell’aspetto ma ancor prima agli occhi della legge, della religione che professiamo e nei diritti.Da sempre il nostro Movimento crede, promuove e tutela i più deboli: crediamo nella difesa dei bambini, che sono il nostro futuro e la linfa vitale da cui ripartire per creare un mondo migliore; crediamo nella difesa delle donne e nel loro rispetto (a questo proposito ricordiamo che proprio una donna, Eleanor Roosevelt, viene indicata come artefice della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo). Le donne non sono il sesso debole, come usanza comune ritiene; al contrario sono la nostra forza, sempre al nostro fianco, pronte a sostenerci e supportarci. Crediamo nella tutela dei diversamente abili e di tutte quelle persone ritenute a torto “differenti” o, ancor peggio, “sbagliate”. Ci impegniamo a proteggere le persone vittime ogni giorno di atti di bullismo soltanto perché diversi nell’aspetto, nel credo religioso, nei gusti sessuali o nella forma fisica.
Ricordiamo che siamo tutti figli dello stesso Dio, che ci ha creato a sua immagine e somiglianza. Come potrebbe un Dio misericordioso averci fatti in modo sbagliato?
Rifuggite chi parla con ignoranza e usa termini arroganti e cattivi per demolirvi, abbattervi. Non credete a chi vi insulta, chi vi sminuisce, chi vi dice che avete qualcosa di sbagliato.Oggi e ogni giorno il nostro Movimento si impegna a perseguire gli obiettivi contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, a diffondere le parole del documento e a portare all’attenzione di tutti il messaggio d’amore, misericordia e rispetto che lo costituiscono.
Non cambiate città, paese, stile di vita o nome per paura degli altri. Cambiate soltanto la vostra visione del mondo: accogliete in voi l’amore, la positività, la fiducia verso il prossimo e la voglia di rendere questa terra un posto migliore non solo per la vostra famiglia, ma per tutti, anche per chi vi è “straniero”. Ricordiamo che siamo tutti uguali e, come tale, meritiamo pari trattamento, diritti e rispetto.
#InsiemeSiPuò si può fare la differenza! -
Politica 25 Nov 2015
Riscossione in Sicilia dovrebbe entrare nel nuovo millennio ed essere più vicina ai Cittadini!
Amiche e Amici,
noi Siciliani non dobbiamo mai perdere la speranza che la nostra Amata Sicilia possa diventare una Regione normale.
Oggi parliamo della Riscossione in Sicilia che è gestita da Riscossionesicilia, da non confondere con Equitalia, e possiamo dire che non è del tutto funzionale e vicina alle esigenze dei Cittadini.
Dopo un periodo nell’obblio e nel buio profondo, il presidente Antonio Fiumefreddo sembra, a quanto da lui annunciato, essersi incamminato sulla strada delle scelte a favore dell’isola e della trasparenza.Forse sarà stato il recente divorzio dall’inseparabile Crocetta o forse altro sembra si sia deciso ad introdurre la trasparenza – valore in cui crediamo e che promuoviamo da sempre, ma che, a quanto pare, è sopravvalutato in Regione – all’interno di Riscossione Sicilia.
La proposta arrivata è quella di trasmettere in streaming le sedute del CdA, le aste dei beni sottoposti a pignoramento e le sedute per l’affidamento degli appalti a società.
Insomma, almeno in teoria, noi cittadini saremmo costantemente informati sulle decisioni che ci riguardano e che finora ci piovevano tra capo e collo come un fulmine a ciel sereno.
Certo dobbiamo continuare a dormire con un occhio aperto in quanto Fiumefreddo è noto per cambiare spesso opinione: ad aprile Vincenzo Romeo, presidente di Adiconsum, aveva chiesto un incontro proprio con Fiumefreddo per discutere dei comportamenti di Riscossione Sicilia, in merito all’evasione delle richieste di notizie e documenti, incontro che era stato poi fissato per il 21 maggio. Peccato che quell’incontro non sia mai avvenuto e Fiumefreddo non abbia dato delucidazioni in merito.
Dobbiamo quindi fidarci questa volta?L’apertura di Riscossione Sicilia alle nuove tecnologie potrebbe essere un segnale positivo per tutta la regione, per richiamare i giovani e per proiettare la nostra terra, finalmente, nel nuovo millennio.
O più semplicemente, per avere una Sicilia moderna, normale, al passo coi tempi.
L’innovazione è la più quotata tra le strade percorribili: è impensabile promuovere o lanciare una nuova idea senza passare dai nuovi media e dall’utente, il cittadino-medio.
A tutto questo dobbiamo aggiungere che l’idea di digitalizzare l’amministrazione pubblica o comunque organi burocratici, non solo avrebbe l’effetto di snellire gli iter e di infondere sicurezza nei cittadini, ma attirerebbe i giovani e un’intera generazione che con la tecnologia è praticamente nata, che potrebbe offrire spunti e nuove idee per portare la Sicilia al passo col resto dell’Italia e dell’Europa.
Per avere un futuro dobbiamo prima di tutto investire nei giovani e credere in loro.
Noi di Insieme Si Può siamo i primi a credere ciecamente nella potenza e nella validità dei social media: non a caso abbiamo più volte insistito per l’adozione dell’Agenda Digitale – con l’obiettivo di accorciare i tempi della pubblica amministrazione, il tutto nella massima trasparenza e chiarezza -, e utilizziamo i social network e il blog come strumento di divulgazione delle nostre idee e delle nostre proposte politiche.In secondo luogo, l’idea che dai piani alti si generi un vento che inneggia alla trasparenza, all’eliminazione di tutto ciò che crea confusione o poca chiarezza, può essere solo un messaggio positivo da inviare ai privati cittadini.
Da una parte, trasmettere in streaming sedute del CdA, aprendo realtà di nicchia all’opinione pubblico, è sintomo di una volontà di coinvolgere le persone nelle decisioni che riguardano la vita di tutti e quando parliamo di tutti, ci rivolgiamo a coloro che votandoci, ci danno fiducia e per primi permettono alla nostra società di cambiare, di mettere in moto i meccanismi che portano al modificare, rivoluzionare certi aspetti della vita pubblica.
Dall’altra, restituire all’opinione pubblica una visione non filtrata, reale e concreta di quello che avviene nei salotti della politica, è un gesto forte, un tentativo di ricostruire un rapporto di fiducia che negli anni e a causa di innumerevoli errori, viene a mancare sempre di più.
Dobbiamo far innamorare nuovamente i cittadini della politica, perché non interessarsi della politica, della res publica, equivale a non vivere realmente.
Una celebre frase di Jules Renard recitava appunto: “Non mi occupo di politica è come dire non mi occupo della vita.” Della vita del singolo, ma anche e soprattutto della collettività.
E come mai ci stanchiamo di ripetere, il bene generale e quindi di ognuno di noi può generarsi solo nel momento in cui ci uniamo e condividiamo un ideale comune. Da soli è difficile attuare grandi rivoluzioni, mentre #InsiemeSiPuò.Quindi, per tirare le somme, cari Siciliani, a oggi le premesse potrebbero essere buone : il problema che sussiste è quello della fiducia.
Dal canto nostro cerchiamo di non voltarci dall’altra parte con indifferenza, ma al contrario siamo attori proattivi di un’inversione di tendenza. Spingiamo perché questa riforma annunciata da Fiumefreddo sia attuata e perché venga esportata in altri ambiti della vita politica della regione e non solo.
Non fermiamoci al primo ostacolo, non accettiamo di rimanere inermi. Attuiamo in primo luogo quel cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. #InsiemeSiPuò -
Politica 14 Nov 2015
Riappropriamoci dello Statuto
Amiche e Amici,
il messaggio che si vuol far passare è sempre il solito: la Sicilia è la piaga d’Italia, la nazione è il bancomat dell’isola, la Sicilia prende, prende e basta!
Per anni abbiamo cercato di raccontare a Roma e all’Italia tutta la vera storia, senza mai riuscire.
Finalmente la Corte dei Conti mette un punto alla vicenda e ci riconosce, per quello che ci spetta, come vittima.
Noi Siciliani siamo colpevoli di aver utilizzato strade non sempre chiare per far fronte alle esigenze della nostra isola davanti alla mancanza di fondi e sussidi, ma per fortuna oggi è chiaro che la nostra scelta è stata una scelta dovuta, di necessità. Abbiamo cercato la soluzione più veloce per ovviare al problema, senza aver mai avuto di risolverlo alla radice.E sapete qual è il fatto positivo della vicenda? È emerso che la Sicilia, secondo la Statuto Speciale, avrebbe diritto nel 2014 a circa 50,2 milioni, da destinare alle casse regionali per risanare il territorio a livello fiscale e finanziario.
Questi soldi, i nostri soldi, dove sono?
Secondo quale principio ciò che è scritto nello statuto non viene applicato?
Se si riferisse ad una norma nazionale, saremmo caduti nel baratro dell’anticostituzionalismo. Siamo alla follia!
L’applicazione (e il rispetto) dello Statuto porterebbe un benessere economico con cui poter rilanciare la regione, riqualificare il territorio, esportare il made in Sicily nel mondo, garantire incentivi e sgravi fiscali a chi sceglie di scommettere sul fare impresa oggi, assicurare borse di studio e agevolazioni ai giovani che costruiscono un futuro oggi, qui in Sicilia.
Ne abbiamo già parlato molte volte, Amici Siciliani, ma non possiamo smettere di farlo.
È nostro preciso diritto poter godere di una legislazione normale nella nostra terra e che quello che ci spetta, né più, né meno, ci venga dato.
Come possiamo ripartire, se facciamo fatica a restare a galla?Quello che fa sorridere è che oltre ad essere additati come sanguisughe e non poter godere di un diritto come quello dello Statuto, siamo anche stati privati di oltre 585 milioni di euro.
Questi fondi servivano ad aiutare le imprese ed erano destinati a riqualificare le infrastrutture.
Che fine hanno fatto?
Sono finite nelle casse di Roma ladrona sotto la voce “accantonamenti tributari”.
Il tutto in modo affatto trasparente, impedendo alla Sicilia non solo di godere del diritto di “leale collaborazione” tra stato e regione, ma anche costringendo l’isola ad ovviare alle mancanze di fondi in modi difficilmente tracciabili.Cosa evinciamo da tutto questo?
La Sicilia è responsabile solo in parte della sua disastrosa e affannata situazione. Dalla capitale, anziché darci il sostegno necessario, si pensa solo ai propri tornaconti.
Un’azione necessaria sarebbe quella di ripristinare un assetto ai piani alti e a prevedere un impianto pianificato di aiuti alla Sicilia, in una prima fase di sostegno, dopodiché di agevolazioni per favorire il rilancio.
Dal momento che non possiamo limitarci ad attendere e sperare che qualcosa accada, organizziamoci.
Mobilitiamoci, organizziamo incontri, pianifichiamo una strategia e coordiniamoci.
Ognuno di voi può prestare il suo contributo: proposte, idee e supporti sono ben accetti.
Dobbiamo essere la forza propulsiva del cambiamento necessario alla nostra isola.
Se vi va, supportateci.
Il prossimo 21 novembre ci incontriamo a Catania per parlare di tutte i problemi che affliggono la nostra isola e trovare insieme soluzioni concrete da attuare nel breve termine.
Aspettiamo anche te! Non mancare!
Il futuro della Sicilia, il tuo futuro, non possono attendere! #InsiemeSiPuò -
agricoltura 09 Nov 2015
Stop all’impoverimento dell’agrumicoltura in Sicilia
Amiche e Amici,
qualche giorno fa Caltagirone è stata protagonista di una manifestazione atta a riportare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione delle colture siciliane, in particolar modo degli agrumi, uno dei prodotti di punta della nostra terra Sicilia.
Come ben sapete, Amici, il Nostro Movimento crede fortemente nel rilancio della nostra economia interna e nella valorizzazione di tutti quei prodotti che hanno contribuito, contribuiscono e contribuiranno nel futuro a rendere grande la nostra terra.
Per rilanciare l’economia la prima azione da fare è riportare sotto i riflettori la tematica. A torto o a ragion veduta, capita molto spesso che sui giornali si parli di argomenti apparentemente principali, mettendo in secondo piano tutto ciò che sembra rimandabile o meno impellente. Questo tipo di pensiero, Cari Amici, alle lunghe rischia solo di danneggiarci. Tutto quello che riguarda la Sicilia è importante, principale, ha la precedenza.
Come possiamo pretendere che l’isola riconquisti il posto che le spetta in Italia e in Europa, se noi per primi non la promuoviamo, non la tuteliamo?In secondo luogo, difendere le peculiarità della nostra regione contribuisce alla loro salvaguardia. Gli agrumi di Sicilia sono un prodotto conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Da qualunque ragione le persone accorrono, invogliate dal gusto e dal profumo relativi ai frutti, che vengono tramandati di generazione in generazione da secoli.
Come possiamo permettere di far sparire un prodotto che ci rappresenta e che ha contribuito a renderci noti nel mondo?
Sono le tipicità che possono rilanciarci. Smettiamo di cercare una globalizzazione. Facciamoci forza con le differenze, le peculiarità che ci contraddistinguono e ci rendono facilmente identificabili.
Questo è possibile con la creazione di un’etichetta Made in Sicily, che certifichi la qualità e la garanzia del fatto e prodotto in Sicilia.
Tutti i prodotti creati nella nostra regione, da quelli agricoli a quelli culturali, fino ai servizi, devono essere certificati, assicurati, protetti e valorizzatiNel caso del settore agrumicolo come possiamo fare nel concreto?
I punti focali su cui dobbiamo concentrare l’azione sono tre: tasse, concorrenza e burocrazia.
L’imu agricola deve essere rimossa: questa tassa, anche applicata parzialmente, determina la fine della vita di molte imprese.
Queste sono già messe a dura prova da due fattori: uno è il registro delle sementi che favorisce le multinazionali a discapito delle piccole realtà (che di fatto sono la maggior parte).
L’altro fattore è di tipo ambientale e riguarda il virus “tristeza”, che attacca espressamente le piante di agrumi e che finora è stato ignorato, mentre al contrario è di interesse primario.Il secondo punto su cui ci dobbiamo concentrare è l’aspetto della concorrenza: i prodotti provenienti dalle regioni africane, sia a causa dei pesticidi utilizzati, sia dei costi sensibilmente inferiori, danneggia le produzioni siciliane.
Una possibilità possono essere controlli più severi per certificare la qualità dei prodotti importati e l’inserimento di dazi doganali, volti non solo a tutelare i prodotti siciliani, ma anche a scoraggiare l’import dall’estero.L’ultima questione riguarda la burocrazia, che a tutti i livelli di amministrazione in Sicilia comporta sprechi di denaro e una perdita ingente di tempo, che al momento non possiamo proprio permetterci, cari Amici.
Quindi velocizziamo i tempi rendendo più snelli gli iter, promuoviamo interventi fiscali mirati per incentivare la produzione e ridurre gli sprechi.
Così facendo innescheremmo un circolo virtuoso: la promozione del fatto in Sicilia contribuirebbe all’esportazione di agrumi sani e controllati, mandando un messaggio positivo rispetto alla sanità pubblica.
La tutela delle imprese locali creerebbe nuovi posti di lavoro, contrastando in parte la tendenza all’inoccupazione e alla disoccupazione, portando per riflesso un benessere economico nella popolazione.
Infine la difesa della nostra agricoltura, non solo contribuirebbe alla salvaguardia di una risorsa preziosa che esiste da secoli, ma invierebbe un messaggio positivo a tutti gli abitanti dell’isola, dell’Italia e dell’Europa.Come potete vedere, cari concittadini, ripartendo da noi, dalle piccole realtà quotidiane che ahimé diamo troppo spesso per scontate, è un primo passo verso il rilancio della nostra amata Sicilia e della riqualificazione del territorio. Pretendiamo una regione normale, moderna, attuale. Ripartiamo da noi stessi e riappropriamoci del futuro che ci spetta. Andiamo insieme verso un orizzonte di speranza, crescita e possibilità.
Incontriamoci il prossimo 21 novembre a Catania per parlare di tutto questo. Insieme possiamo fare la differenza. #InsiemeSiPuò
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News 05 Nov 2015
Fermiamo le Capitali della Mafia
Amiche e amici,
al via oggi il maxi-processo “Mafia Capitale”, che si prospetta come uno dei più lunghi della storia.
Circa 46 imputati, udienze fissate fino a luglio, centinaia di registrazioni, oltre 60 giornalisti ammessi in tribubale e un’organizzazione criminale sotto inchiesta.
La Cupola Romana di Massimo Carminati, detto Er Guercio, si appresta ad essere sfaldata mattone dopo mattone, interrogatorio dopo interrogatorio.
Un’associazione ben radicata nel tessuto amministrativo di Roma, scesa così in profondità da essere diventata pericolosamente invisibile per lungo tempo e, sotto alcuni aspetti, più insidiosa delle tradizionali mafie del Sud Italia.
C’é addirittura chi, come Carminati, che si lamenta dell’etichetta “mafiosa” e cerca di allontanarsene. Io, amici Siciliani e italiani, che nel corso della mia vita ho fatto parte anche del Coordinamento antimafia, non saprei quale altra accezione darle.
Un’associazione che corrompe pubblici funzionari, amministratori di società ed esponenti politici puntando ad alterare o ad aggiudicarsi appalti per centinaia di milioni di euro, il tutto attraverso l’intimidazione, l’assoggettamento e l’omertà, che cosa può essere, se non mafia!?!La vera questione non è però i danni che questa organizzazione può aver provocato durante il periodo d’azione, quanto il fatto che l’amministrazione e la burocrazia pubbliche hanno permesso che ciò accadesse, che Carminati avesse completa libertà di legiferare indisturbato.
Ricordiamoci amici, che la mafia corrompe, dilania, uccide, ma il silenzio, il voltarsi da un’altra parte, l’indifferenza fanno pure peggio.
E pensare che tutto questo sarebbe evitabile e anche con soluzioni semplici e facilmente attuabili.Qual è la nostra proposta?
Una prima idea sarebbe quella di vietare l’accumulo smodato di incarichi in società pubbliche e limitare il numero dei mandati ad un massimo di due.
In questo modo nessuno dovrebbe avere più di due c.d.a.
Inoltre tutti coloro che fanno politica, dovrebbero per legge pubblicare redditi e patrimoni, sia loro, che relativi alla moglie e ai figli. Nessuno escluso!
A tutela ulteriore, tutti i depositi all’estero di chi ricopre incarichi pubblici, se non dichiarati, dovrebbero essere sequestrati e, soprattutto, si dovrebbe impedire la possibilità di trasmetterli in via ereditaria ai parenti prossimi.
Infine, una norma che riguarderebbe non tanto il singolo o privato, ma le imprese coinvolte in illeciti, dovrebbe prevedere la sospensione di ogni attività per almeno un anno (al primo caso di azione criminose), per 3 anni (la seconda volta che si verifica illecito) e, infine, totale cancellazione, nel caso in cui siano coinvolti anche i rappresentanti legali.Non possiamo continuare ad avere paura e a restare in silenzio. Non possiamo accettare che giustizia sia fatta solo in un’aula di tribunale, dopo che sono stati compiuti molteplici atti criminosi. Non possiamo tollerare che si parli di Mafia solo quando conviene alla stampa, al governo o ai tutori della legge.
Le associazioni mafiose devono essere sotto i riflettori ogni giorno e ogni giorno devono essere denunciate, osteggiate, fermate.
Non possiamo continuare a curare: dobbiamo imparare a prevenire. Dobbiamo smettere di ricucire blandamente uno strappo: facciamo in modo che non si verifichi più.
Non possiamo insegnare ai nostri figli che le associazioni criminali possono agire indisturbate e scelgono loro il momento in cui farsi prendere.Combattiamo le nostre piccole battaglie quotidianamente. Non accettiamo mai di chiudere gli occhi e girare la testa. Impediamo a chiunque di toglierci il diritto di ribellarci, di parlare, di dire no.
Non attendiamo più maxi-processi o funerali sensazionalistici, prodotti da tv macina-soldi.
Blocchiamo e impediamo tutto questo a monte, prima che qualunque atto criminoso o pensiero illecito veda la luce.
Cambiamo il nostro modo di percepire il mondo circostante e cambieremo il mondo attorno a noi. Non dovremo più scappare dalle nostre realtà e affideremo un futuro migliore ai nostri figli.
Se cambieremo le nostre città, non dovremo più cambiare città.Mi piacerebbe parlarne con voi nel prossimo incontro che farò a Catania, il 21 novembre.
Vi aspetto a braccia aperte con proposte, spunti e soluzioni per migliorare il nostro paese. #InsiemeSiPuò -
Europa 23 Ott 2015
Sblocchiamo la situazione occupazionale in Sicilia
Cari Amiche e Amici,
le statistiche Eurostat sulla situazione occupazionale in Sicilia sono veramente demoralizzanti.
Per molteplici motivi: non soltanto il tasso occupazionale nella fascia 20-64 anni si attesta intorno al 42,4% che è il più basso d’Europa, ma tra la nostra isola e la prima città in Italia, Bolzano, ci sono 30 punti di differenza.
Come se non bastasse, il tasso occupazionale delle donne è tra i più bassi (con il 29,6%) e la percentuale dei Neet, che si riferisce ai giovani non occupati, né in un percorso formativo o di educazione, né in un professionale, raggiunge il 40%, un picco tra i più preoccupanti in Europa. Insomma, non solo adesso siamo statisticamente il fanalino di coda dell’Italia, ma lo siamo anche all’interno dell’UE.
Pensando alle eccellenza culturali, enogastronomiche, turistiche che ci caratterizzano, questo è inammissibile. La fuga dei cervelli sembra essere l’unica strada possibile. Continuiamo a disperdere energie, tempo e denaro in progetti superflui, quando la linfa vitale, il motore propulsivo della nostra regione non solo non è tutelata, ma non è neppure presa in considerazione.
Come possiamo sperare in un rilancio della Sicilia se mancano le fondamenta, cari Siciliani? Come possiamo pretendere uno sviluppo tecnologico, infrastrutturale o anche semplicemente culturale, se vengono a mancare i presupposti?
Riforme e progetti come quello dello Stretto, necessari alla crescita dell’isola, devono essere affiancati dalla riqualificazione delle infrastrutture, dal rilancio del turismo e del fare impresa, dalla creazione di nuovi posti di lavoro.
Noi siciliani dobbiamo pretendere una Regione normale, moderna, che stia al passo con l’Italia e l’Europa.
Creiamo nuovi posti di lavoro, premiando chi studia e si professionalizza per migliorare la nostra terra. Sosteniamo le nuove tecnologie e l’innovazione e il settore dei servizi. Supportiamo le start up e tutti coloro che hanno un progetto imprenditoriale in mente.
Le idee non sono nulla se non c’é qualcuno a sostenerle e promuoverle, ma se questa possibilità esiste, allora possono derivarne solo percorsi di crescita positivi.
Battiamoci per le donne: madri, moglie, figlie e ragazze siciliane, che in tanti casi sono la nostra forza e con la passione portano avanti progetti lodevoli. Le quote rose in Italia e nel mondo non sono più un’eccezione o un’opportunità: sono un dovere da tutelare e un diritto inalienabile!
E infine, ma non per importanza, crediamo e diamo fiducia ai giovani. Insegniamo loro che studiare è importante, che la cultura porta conoscenza e consapevolezza e che dalla consapevolezza si può illuminare il mondo, vedere oltre, costruire cose meravigliose e cambiare realmente le cose.
Il nostro Movimento crede in tutti questi valori, Cari Amici, e crede in voi soprattutto. Facciamoci sentire numerosi: manifestiamo per la difesa delle donne nel mondo del lavoro, perché i nostri figli possano accedere ad una cultura e con questa si facciano strada nella vita. Battiamoci perché le grandi idee prendano forma e contribuiscano al cambiamento, ad un miglioramento della vita di ognuno di noi.
Divisi possiamo fare poco, ma insieme siamo una forza impossibile da ignorare, una voce altisonante che rischiarerà le tenebre e permetterà alla nostra amata Sicilia di riacquistare un posto dignitoso sia in Italia che in Europa. Il posto che merita di diritto. #InsiemeSiPuò -
Europa 30 Set 2015
Come la Catalogna, a favore dello Statuto
Cari Amiche e Amici,
quello che sta succedendo in Catalogna è un faro nella notte, il segnale che qualcosa sta cambiando e che la nostra proposta per l’applicazione dello Statuto è la strada giusta da percorrere.
Se i separatisti catalani vincessero la resistenza di Madrid e ottenessero l’indipendenza, si svincolerebbero dai rapporti non solo con la Spagna, ma anche con l’Unione Europea, sbloccando gli accessi a fondi e risorse per fare esplodere l’economia interna del paese, con evidenti benefici per tutta la popolazione.
Sarebbe una svolta epocale, che metterebbe in discussione i confini geopolitici del mediterraneo e dell’Europa, così come li conosciamo oggi.
Allo stesso modo dei catalani, il nostro Movimento ritiene giusto battersi per la difesa e l’applicazione dello Statuto nella nostra regione.
Ne abbiamo discusso poco tempo fa insieme, ma è necessario continuare a parlarne, fare in modo che la questione resti in primo piano e sia presa in considerazione da chi ci governo.
Noi siamo prima di tutto Siciliani, ma anche italiani ed europei. Siamo per l’autonomia e il costituzionalismo. L’indipendentismo o il separatismo estremizzati come in Spagna non ci interessano e non ci riguardano, ma riconosciamo l’enorme valore aggiunto che l’applicazione dello statuto porterebbe nella nostra isola.
Lo Statuto renderebbe ricca la nostra Sicilia.
Ad oggi ci viene riservato un gettito fiscale del 40%, non del 100% come vogliono far credere Salvini e la Lega.
Con tutte le risorse e vantaggi derivanti dallo Statuto, potremmo avviare delle start up e investire sui giovani, sulla cultura e sulle nuove tecnologie. L’innovazione porta benessere, non dimenticatelo mai.
Con lo Statuto potremmo rilanciare il turismo della regione, creare finalmente un’etichetta di garanzia Made in Sicily, potremmo rivoluzionare il settore delle infrastrutture e rivedere completamente la rete ferroviaria, portando vantaggi per i cittadini.
Lo Statuto è una soluzione concreta e proficua, non uno spauracchio da cui rifuggire, come vogliono farci credere.
Sosteneteci e ci batteremo insieme a voi perché lo Statuto sia tutelato e finalmente applicato. Insieme possiamo raggiungere qualunque obiettivo. #InsiemeSiPuò -
agricoltura 14 Set 2015
Valorizziamo le risorse della Sicilia
Care Amiche e Cari Amici,
l’agricoltura è una grande risorsa e opportunità di sviluppo per la Sicilia ed è per questo che noi siamo per la diffusione del “made in Sicily”.
Oggi il mondo è cambiato e cambierà sempre più velocemente. Tutti siamo costretti a reinventarci. Oggi i mercati vengono invasi da merce che proviene da paesi dove il costo della vita è infinitamente più basso. I ricchi mercati richiedono però una alta qualità che questi prodotti non possono dare, richiedono una certificazione che questi non hanno.
Ecco che la nostra agricoltura ed i nostri prodotti possono avere di nuovo una alternativa: noi crediamo che sia necessario diffondere la cultura del “made in Sicily” nel mondo.Cari Siciliani penso che non si possa parlare di agricoltura se questa non è supportata da una buona politica. Non si può parlare di agricoltura se non si è capaci di fare sistema, se non si è capaci di utilizzare ciò che il buon Dio ha donato alla nostra Sicilia e non si è capaci di utilizzare al 100 % le risorse che ci vengono messe a disposizione dall’Europa, se non si creano le infrastrutture viarie, marittime, ferroviarie e aeroportuali che permettano alle merci di raggiungere i grandi mercati.
Non si può fare agricoltura se non si è collegati con le nostre Università, con le facoltà di agraria , chimica, ingegneria, fisica, economia e di quando altro occorra. Con i campus universitari di cui abbiamo già parlato in altri articoli, dove le migliori menti dei nostri giovani laureati dell’isola siano messi in condizioni di fare start up.
Non si può prescindere dallo stornare una buona parte degli inutilizzati funzionari della regione perchè istruiscano le pratiche di politica europea.
Non si può non affrontare il fenomeno della contraffazione dei nostri prodotti. Oggi la tecnologia e la rete ci permettono di fare ciò in modo semplice e con costi praticamente nulli.
Come si può parlare di agricoltura senza che vi sia un solo soggetto che rappresenti tutto il comparto? Noi proponiamo non un carrozzone di sottogoverno ma un dipartimento dell’assessorato all’Agricoltura, dove tutte le delibere e le attività vengano messe in rete nello stesso momento che si adottano. I mercati si raggiungono via web, sono le merci e gli accordi che si fanno con la presenza fisica, non sono necessarie megastrutture di rappresentanza.Come si può parlare di agricoltura se da un punto di vista informatico siamo al Medioevo? Al nord Europa la rete viaggia a velocità circa 10 volte rispetto che da noi in Sicilia, sempre che il luogo sia raggiunto dall’ADSL. E’ indispensabile che la Sicilia sia servita da un’adeguata rete Internet. Abbiamo già parlato di quanto noi crediamo nell’Agenda Digitale che deve andare di pari passo con la realizzazione della super banda larga.
E’ necessario utilizzare al meglio l’Acqua. Come si può fare agricoltura in una regione che non e in grado di utilizzare al meglio l’ACQUA? Noi non proponiamo faraonici progetti ma semplicemente il miglioramento della raccolta delle acque piovane, riducendo le perdite nelle reti e collegando le dighe per una migliore razionalizzazione e distribuzione dell’acqua.
Finora non ho parlato di prodotti specifici ma di opportunità da mettere a disposizione dei nostri produttori. La Sicilia ha molti prodotti che possono competere nei mercati internazionali e tutti di pregio. Il nostro “made in Sicily” può spaziare dalle primizie ortofrutticole, al pomodoro pachino, all’uva di alta qualità di Mazzarrone o di Canicattì, dai prodotti caseari agli oli pregiati, ai vini di altissima qualità e pregio, dalla floricoltura, ai prodotti ittici ecc.
Tutti sarebbe quasi impossibile menzionarli. Qui va sottolineata l’importanza della politica. Per fare sistema è necessaria una buona politica che abbia idee da spendere. Una politica onesta e competente nell’amministrare la cosa pubblica e che dia orgoglio di appartenenza alla nostra isola.
Mi soffermo in ultimo su ciò che ritengo sia la parte fondamentale del mio pensiero: Noi Siciliani abbiamo una carta da giocare che non e stata mai usata, si chiama “AUTONOMIA”. Da quando nel 1946 è stata concessa per paura che si andasse via o si chiedesse la scissione, il nostro Statuto non è mai stato applicato.
Penso e credo sia arrivato il momento di applicare in pieno lo Statuto in tutte le sue parti. Vi ricordo a mo’ di esempio ciò che avviene nella regione a statuto speciale delle Canarie della tanto disastrata Spagna, iva al 7%, gasolio a 0,88 litro e benzina a 0,98 litro ed un regime fiscale da fare invidia.
La politica deve essere in grado di dare risposte , essere innovativa e riportare l’orgoglio dell’appartenenza. La nostra posizione nel mediterraneo è il clima favorevole che la natura ed il buon Dio ci ha dato debbono essere messi a reddito.
Siciliani siamo stanchi di aspettare che altri risolvano i nostri problemi: dobbiamo avere uno scatto di orgoglio, noi non abbiamo volontà secessioniste e non lavoriamo per questo. Applichiamo lo statuto in tutta la sua interezza e iniziamo una nuova era per la nostra martoriata terra di Sicilia. ‘Insieme si Puo’. -
Europa 07 Set 2015
Restituiamo al Mediterraneo il ruolo di ponte
Per non rivedere mai più questi orrori.
Vogliamo pensare al Mediterraneo come un mare di pace, un mare di opportunità per tutti i popoli.
Vogliamo credere, ancora nel dialogo, nella grande capacità delle diplomazie internazionali a proporre sempre e solo la pace.
Crediamo che la Sicilia debba accogliere i padri e le madri, i figli e le figlie che fuggono dagli orrori delle guerre, crediamo che la Sicilia possa diventare terra di dialogo e pace , terra della Intercultura e delle risposte certe.
Insieme Si Può lavorerà per un Mediterraneo che torni ad essere quella straordinaria cerniera che, per secoli, ha arricchito di cultura ed opportunità tutte le civiltà che vi si sono affacciate.
All’Italia e all’Europa spetta il compito di invertire questa visione, restituendo al Mediterraneo il ruolo di ponte tra i tre continenti.Puntando ad una promozione locale nei paesi in via di sviluppo che sia basato su piccole esperienze imprenditoriali diffuse di micro-progetti e micro-imprese; un sistema capace di consegnare alle popolazioni il protagonismo necessario, per creare una nuova civiltà, di cui tutti abbiamo bisogno.
Questo il punto di partenza proposto con il quale si intende raccogliere tutti i contributi possibili di quelle forze cristiane e sociali che intendono partecipare ad una ricostruzione basata sui principi del dialogo e della pace. -
Politica 04 Set 2015
Insieme Si Può a favore dello Statuto
Il nostro Movimento, Insieme Si Può, è per l’applicazione dello Statuto Speciale.
Perché? Ve lo spieghiamo subito!
Noi siamo Siciliani, italiani ed Europei ma non vogliamo essere tedeschi, tantomeno ci sentiamo tali.
Siamo invece a favore dell’Autonomia e la difenderemo in tutti i modi; faremo conoscere ai cittadini alcuni aspetti importanti del nostro Statuto ed i vantaggi che possono derivare dalla sua applicazione.
Troppe volte abbiamo assistito ed assistiamo a taluni politicanti che, asserviti agli interessi romacentrici o nordisti, si sono dichiarati per l’abolizione o la non applicazione dello Statuto danneggiando così la nostra Sicilia.Tutto ciò premesso, va precisato che esistono due tipi di statuti: Statuto Ordinario e Statuto Speciale (il nostro). La differenza deriva dalla natura e dal contenuto dell’atto: lo statuto speciale è una legge costituzionale e definisce le forme e condizioni di autonomia speciale, mentre per le altre regioni le forme e condizioni di autonomia sono stabilite dalla Costituzione e lo statuto ordinario delle stesse viene approvato con legge regionale statutaria.
L’applicazione dello Statuto permetterebbe di attribuire alla Sicilia tutti i tributi che maturano nel nostro territorio e quindi darebbe alla Regione più risorse per dare ai siciliani servizi più degni (art. 37).
Lo stato italiano avrebbe il possesso delle caserme, mentre tutto il resto sarebbe della Regione Siciliana, che potrebbe utilizzarli per dare migliori servizi (art 32 – 35) Inoltre consentirebbe alla Sicilia di dotarsi di aeroporti, ferrovie, strade, porti, metropolitane, scuole, industrie e tutte le infrastrutture che le servono per il suo sviluppo (art. 38).
Insomma, a parer nostro lo Statuto, se tutelato e applicato nel modo giusto, ci darebbe il supporto necessario a rialzarci, sfruttare appieno le risorse di cui gode la nostra Isola e garantire alle nostre famiglie e a coloro che verranno un futuro di qualità e tranquillità. In caso contrario, non solo perderemmo una grande occasione di rilancio, ma cadremmo in un baratro profondo da cui solo un “miracolo” potrebbe tirarci fuori e sappiamo bene che oggigiorno i miracoli a Roma li fanno solo per certe regioni.
Difendiamo lo Statuto, uniamoci per un futuro migliore a prescindere dalle idee, filosofie e pensieri diversi. Facciamo la differenza per chi non può ancora o non più farla da solo! #InsiemeSiPuò -
Politica 27 Ago 2015
Vogliamo la verità sulla questione viabilità in Sicilia
Care Amiche e Cari Amici,
come mai non si parla di più della questione viabilità in Sicilia? Vogliono farci credere che sia tutto risolto?
Siamo stufi di essere presi in giro o tenuti buoni con false promesse. Il nostro Movimento esige di essere informato sull’andamento dei lavori e garanzie in merito ai tempi di realizzazione dei sistemi infrastrutturali e ferroviari.Sono passati mesi dal crollo dell’Himera e dai ritardi vergognosi sulla linea ferroviaria e aerea. La nostra Sicilia sta subendo danni gravissimi: ogni giorno che passa si traduce in occasioni perse o mancate, nella riduzione del turismo; si traduce in malcontento che dilaga e casse che si svuotano. Senza parlare dei cittadini, che meriterebbero un capitolo a parte. I disagi che sono costretti a subire da mesi sono incalcolabili! Ormai anche andare a lavoro, a scuola o a fare la spesa stanno diventando un’impresa titanica!
E i politici che fanno?
Come al solito nulla! Soltanto il M5S ha fatto una operazione mediatica di grande successo, peccato che sia servita più a loro che alla Sicilia. Le soluzioni trovate finora (così come le strade) sono impraticabili e qualunque ingegnere lo sa. Mi chiedo se chi di dovere si è messo una mano sulla coscienza prima di proporre la regia trazzera. Quando si soffre di una malattia grave, interna, un cerotto non basta. È una cura palliativa, non un rimedio definitivo!Chiediamo quindi oggi all’Anas e all’assessore ai lavori pubblici di dirci esattamente quando avremo la bretella e soprattutto quando riavremo la percorribilità autostradale sia ad una che a doppia corsia. Pretendiamo una risposta immediata e un’azione concreta. Questa volta non resteremo a guardare. Ci appelliamo al vostro amore per la nostra povera terra mutilata e vi chiediamo di sostenerci in questa nuova battaglia! Otteniamo insieme le risposte che ci meritiamo! #InsiemeSiPuò
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Politica 14 Ago 2015
Fermiamo la chiusura dei punti nascita in Sicilia
Care Amiche e Cari Amici,
la salute è un diritto imprescindibile di ogni essere umano, ancor di più dei bambini e delle gestanti. La riforma promossa dal Ministro Lorenzin che prevede la chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti annui e la riqualificazione della rete ospedaliera, va assolutamente rivista!
Il Nostro Movimento trova inammissibile la chiusura di alcuni punti nascita in Sicilia solo per ragioni numeriche. La regione (e ancor prima la nazione) dovrebbe invece riqualificare la rete infrastrutturale, stradale e ferroviaria, nonché disporre fondi per acquistare le attrezzature medico-ospedaliere necessarie a garantire a madri e neonati tutte le cure e l’assistenza migliori di cui necessitano.
Ci appelliamo al buon senso di Beatrice Lorenzin, madre di due figli, ancor prima che Ministro, e al sottosegretario alla Salute De Filippo, affinché rispondano al nostro appello e li invitiamo a Nicosia per discutere insieme sulla prossima chiusura del punto nascita della nostra città. Riteniamo che la temporanea sospensione di 120 giorni del servizio sia un provvedimento eccessivo e auspichiamo che questo non sia il preludio di una futura chiusura, contro la quale ci opporremo a tutti i livelli.
Chiediamo anche un incontro con l’assessore Regionale alla Sanità, affinché parli con noi e con i nostri concittadini.
Infine, a voi tutti, chiediamo di aiutarci ad organizzare l’incontro e a partecipare numerosi. Facciamo la differenza insieme e tuteliamo la salute di tutti! #InsiemeSiPuò -
Politica 13 Ago 2015
Questione rifiuti: Renzi diffida la Sicilia
Care Amiche e Cari Amici,
la questione dei rifiuti è un tema importantissimo su cui il nostro Movimento sta cercando di portare l’attenzione del governo da mesi, senza risultati.
È giunto il momento di porre fine con questo parla-parla tra Crocetta, Renzi, Faraone, Contrafatto… Tanti nomi, nessuna azione concreta!È triste nonché inammissibile che i nostri cittadini vivano nel degrado anti-igienico per colpa di una Pubblica Amministrazione eccessivamente burocratizzata, dove non si fa altro che imputare il vicino di una colpa, ma non si interviene mai sul problema, se non a parole.Ora è necessario che la Sicilia rispetti i termini che le sono stati dati, che il problema rifiuti non solo venga risolto, ma anche evitato nel futuro, che l’isola si adegui agli standard italiani e che i concittadini vengano educati al rispetto dell’ambiente e alla valorizzazione del territorio.
Una corretta gestione dei rifiuti, inoltre, oltre a salvaguardare l’ambiente, ridurrebbe enormemente i costi a carico dei Cittadini, migliorando la micro-economia interna dell’Isola e dandoci la possibilità di destinare questi nuovi fondi ad iniziative volte a promuovere la Sicilia.Solo così riusciremo ad uscire dallo stato di crisi in cui ci troviamo e a vedere la luce in fondo al tunnel.
Infine il nostro Movimento ritiene quanto mai centrale e urgente la necessità di incontrare l’assessore competente sui rifiuti per instaurare un dialogo costruttivo e proporre le idee e le riforme che abbiamo per risolvere la questione il prima possibile!
Vi va di supportarci in questo progetto? #InsiemeSiPuò -
News 10 Feb 2015
La chiusura del carcere di Nicosia
La questione della chiusura del carcere di Nicosia ha acceso intensi spunti di riflessione: in un paese messo sotto accusa per le condizione d’inumano affollamento dei carcerati, sbaraccare il centro dell’ennese e’ stato un grave errore. Il problema non coinvolge solo i Nicosiani, ma l’intera Sicilia ampliando la denuncia a livello nazionale circa il comportamento […] -
News 10 Feb 2015
Aderire al movimento
Come si aderisce al movimento? In maniera libera e senza limite sul numero di associati, sia in qualità di persone civili o come enti, istituzioni o associazioni. Basta aver compiuto diciotto anni di età ed essere animati da volontà, passione e amore nei confronti della terra di Sicilia, come tutti noi Soci Fondatori. L’obiettivo comune […] -
News 10 Feb 2015
Insieme si può, da sogno a realtà
Il 12 febbraio 2015, esattamente il giorno del compimento di un anno dalla sua nascita digitale si è costituito ufficialmente il movimento politico regionale Insieme si Può, per dare la possibilità a tutti i siciliani che vogliono essere protagonisti e fondatori di questo movimento di cambiare il futuro della Sicilia. Oltre un centinaio di sostenitori, […]