Immigrazione: tra speranza e disperazione
Amiche e Amici,
qualche giorno fa, nei pressi del canale di Sicilia, è avvenuto l’ennesimo salvataggio di migranti provenienti dal nord Africa da parte della Guardia Costiera. Con un totale di undici interventi di soccorso, nel giro di 24 ore, sono state portate in salvo ben 1569 persone, tra le quali anche molte donne e bambini.
L’immigrazione è sicuramente un problema che va affrontato, ma la soluzione non può essere quella, auspicata da certi politicanti, di “rimandarli a casa loro con la forza”. Perché non si lascia la propria patria, la propria terra di origine, senza un motivo valido e quelle persone un motivo valido ce l’hanno eccome; questo motivo si chiama guerra, con tutto ciò che essa comporta, fame, distruzione, morte.
Omero narrava le gesta di Ulisse lontano dalla sua Itaca, combattuto tra la disperazione e la forza di volontà di tornarvi. Ugo Foscolo scrisse la struggente poesia “A Zacinto” per tentare di trattenere con le parole il ricordo della sua amata terra natia. Cambiano le modalità, gli interpreti, ma il senso è identico: lasciare la terra dove si è nati e cresciuti con la consapevolezza di non farvi ritorno è una tra le scelte più strazianti che un uomo possa fare, una scelta che in questo caso è dettata dalla necessità di sopravvivenza, dalla necessità di fuggire dalle atrocità della guerra.
Dall’altra parte del Mediterraneo c’è la speranza di una vita migliore, o quantomeno la semplice e naturale speranza di vivere. Cosa dovrebbe impedire loro di sfruttare quell’unica possibilità che hanno, magari rischiando tutto, attraversando il mare, all’alternativa di una morte certa? Per quale motivo dovrebbero rassegnarsi alla morte quando c’è anche solo un barlume di speranza di dare un futuro ai propri figli?
Una cosa è certa, non si può lasciare una sola regione a fare il lavoro di un’intera nazione. La Sicilia non può farsi carico di ogni persona che attraversa il mare, che sia per scappare dalla guerra o per cercare fortuna. Il nostro tipico buon cuore non basta a gestire una situazione complessa come questa; saranno necessari interventi da parte delle alte sfere dello Stato.
Servono strategie e piani di azione da parte del governo italiano e della commissione europea, per far sì che la Sicilia non debba portare da sola l’onere del problema immigrazione. È troppo facile lavarsene le mani e lasciare scoperta la gestione di una questione di simile portata.
Noi del movimento Insieme Si Può ci battiamo affinché l’Italia e l’Europa elaborino strategie di accoglienza e meccanismi di smistamento più efficaci. Chiediamo inoltre che vengano stanziati più fondi alla Sicilia, per far fronte alla crescente ondata di immigrazione di questi anni.
Il problema dell’immigrazione va affrontato tutti insieme perché tutti insieme troveremo una soluzione.
#InsiemeSiPuò trovare la soluzione giusta!